
Zattoni Gillini (cur.), L’amore che non muore. Appunti da un gruppo vedovile
Nella condizione di vedovanza, saper per trovare parole di conforto e speranza.
Mariateresa Zattoni, nata a Maderno (Bs), vive a Lecco, ha cinque figli e ora anche sette nipoti. È consulente formatrice e docente presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, ha scritto con il marito Gilberto Gillini numerosi testi (tradotti in varie lingue) sulle dinamiche coniugali e genitoriali con varie case editrici italiane.
Con la qualificata casa editrice Àncora ha curato questo testo partendo dall’esperienza del Gruppo vedovile della parrocchia San Francesco di Lecco, un gruppo di donne dai 45 agli 86 anni .
“Nella parrocchia lecchese di San Francesco – si legge nell’Introduzione – è nato un gruppo vedovile, voluto dal parroco fra Vitale. Attorno ad esso sono nate, ovviamente, molte obiezioni, molte paure e – perché no – anche molti rifiuti. Ne riassumiamo alcuni:
• È un gruppo di donne che si piange addosso!
• È un gruppo lugubre, che non sa staccarsi dal lutto.
• È uno stare insieme per tenere vivo il lutto, per non staccarsene.
• Bisognerebbe smetterla di pensare alla morte, porta male!
• Vuoi vedere che fissarsi sulla perdita del compagno è una forma di contagio?
• Ma bisognerebbe smetterla di essere vedove!
Simili giudizi scontati e paure ci hanno accompagnato all’inizio. Anzi – lo abbiamo saputo – qualcuno ci spiava quando uscivamo dalla saletta della nostra riunione in parrocchia! E invece, dopo quasi due anni di esperienza, possiamo testimoniare che non è stato così”.
Il testo è suddiviso in 2 parti:
1a parte. Appunti di viaggio
2a parte. Piccolo salterio vedovile
“La memoria – si evidenzia nell’Introduzione – ci fa vivere, abbiamo detto nel gruppo vedovile, perché è un continuo rendere presente: è una sorta di certezza, un rimanere. È a dire: la vedova si sente anzitutto sposa, sa di aver amato e di essere stata amata. Sì, dice con tutte le fibre del suo essere: lui mi ha amato, con tutti i suoi limiti, come ha potuto, è ovvio; e io l’ho amato come potevo, certo, avrei potuto amarlo di più e meglio ma l’ho amato, con la certezza che mi rende viva. Le vedove, come vedremo, sono esperte della memoria per sé, per le future generazioni e per la comunità di fede. Lo Sposo per eccellenza, Gesù, l’ha richiesto esplicitamente: «Rimanete in me» (Giovanni 15,4)”.
Mariateresa Zattoni (cur.), L’amore che non muore. Appunti da un gruppo vedovile, Milano, Àncora, 2024, pp. 136, € 11,00.

