
Szymborska, Racconto antico
Testi inediti sfuggiti al cestino della carta straccia.
Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1º febbraio 2012) è stata una poetessa polacca.
La prestigiosa casa editrice Adelphi traduce dal polacco (a cura di Andrea Ceccherelli) e pubblica questo testo.
La gravità, la profondità esigono lo schermo della discrezione, della leggerezza giocosa, dell’ironia.
Non a caso, in questa strepitosa silloge di testi inediti – fortunatamente sfuggiti al cestino della carta straccia, per la Szymborska la più utile suppellettile di un poeta –, la sua musa, quando si manifesta, sembra arrancare «per le scale, ansimante / … in scarpette ormai misere», ispirandole una sorta di metafisica del minimo: in particolare una toccante sintonia con gli oggetti, protagonisti fra l’altro di dieci favolette morali irridenti e beffarde.
Eppure la musa della Szymborska è anche austera, intransigente, e non esita a metterci di fronte alla nostra fragilità, alle nostre assurde fedi: solo, lo fa a modo suo, trasformando per esempio l’insignificante congiunzione e nell’emblema di tutto ciò che non può durare in eterno: «Teresa Piotr, mi fate compassione, nella selva del mondo il tempo a ogni occasione accende come a San Giovanni un fuoco e voi dovete scavalcarlo per gioco. … ditemi quali sono i vostri nomi. Teresa e Kazimierz. Piotr e Weronika. Teresa Kazimierz Piotr Weronika».
Wisława Szymborska, Racconto antico, Milano, Adelphi, 2025, pp. 139, € 13,00.

