Carcere,  Narrazione,  Testimonianza

Trocino, Morire di pena. 12 storie di suicidio in carcere

Un libro dev’essere un’ascia per rompere il mare di ghiaccio che è dentro di noi (Franz Kafka).

Alessandro Trocino, giornalista, scrive di politica e cultura per il “Corriere della Sera” dove lavora dal 1999, prima in cronaca nazionale, poi per 13 anni nella redazione politica come cronista parlamentare a Roma. 

Con la qualificata casa editrice Laterza pubblica questo testo su 12 storie di suicidio in carcere.

“Il libro di Trocino – scrivono nella Prefazione Luigi Manconi e Marica Fantuzzi – tende la mano a chi sta per essere immerso irreparabilmente nel fiume Lete. Non solo ricorda ciò che è esistito, lo fa riemergere dalle acque, gli restituisce un nome e un cognome, ma riconosce il diritto alla storia anche a chi è morto lì dove regna la marginalizzazione. Leggendo queste pagine si scopre una cosa ovvia, eppure rimossa: anche chi è recluso ha qualcuno fuori che lo ricorda, qualcuno che gli voleva bene, qualcuno a cui è stato strappato un pezzo di mondo e che ora non è più lo stesso”.

“Questo libro – evidenzia l’Autore – vuole essere un piccolo obelisco di carta, un memoriale dedicato ai militi ignoti delle carceri, caduti nella guerra silenziosa che si combatte ogni giorno dietro quelle mura. Forse erano dalla parte sbagliata, forse hanno combattuto contro di noi. Ma è stato un errore considerarli nemici e oggi che hanno deposto le armi, ancora di più. Non ci sono eroi in carcere. Ma uomini. Che noi non vediamo, o non vogliamo vedere o fingiamo di non vedere. Troppa fatica allungare lo sguardo, abbracciare la miseria nelle strade e scorgere quel che c’è oltre le mura di quei fortini guardati a vista dalle altane da agenti con il basco blu. Della loro disperazione ci arriva solo una eco”.

Alessandro TrocinoMorire di pena. 12 storie di suicidio in carcere, Bari, Laterza, 2025, pp. 176, € 14,00.