Stein, Una ricerca sullo Stato
«Lo Stato, per poter costituire se stesso e determinare regole giuridiche, deve servirsi di persone libere e non può togliere la libertà a coloro che ad esso appartengono».
Edith Stein nacque nel 1891 a Breslavia (allora città tedesca, ora Wroclaw in Polonia) ultima di 11 figli in una famiglia ebraica ortodossa. Nel 1904 rinunciò alla sua fede e divenne atea. Studiò tedesco, filosofia, psicologia e storia alle università di Breslavia, Gottinga e Friburgo. Nonostante avesse già avuto contatti con il cattolicesimo, fu solo dopo aver letto l’autobiografia della mistica santa Teresa d’Avila, durante una vacanza del 1921, che si convertì. Battezzata il 1 gennaio 1922 a Bad Bergzabern rinunciò al posto di assistente di Husserl per andare ad insegnare presso una scuola domenicana per ragazze a Speyer (1922-32). Entrò nel convento Carmelitano a Colonia nel 1934 e prese il nome di Teresa Benedetta della Croce. Lì scrisse il suo libro metafisico Endliches und ewiges Sein (“Essere finito ed infinito”) che tenta di combinare le filosofie di Tommaso d’Aquino e Husserl. Per fuggire alla minaccia nazista, il suo ordine la trasferì al convento Carmelitano di Echt nei Paesi Bassi. Purtroppo non era al sicuro neppure in Olanda: la conferenza dei vescovi olandesi il 20 luglio 1942 fece leggere in tutte le chiese del paese un proclama contro il razzismo nazista. In risposta il 26 luglio Adolf Hitler ordinò l’arresto dei convertiti ebraici (che fino a quel momento erano stati risparmiati). Edith e sua sorella Rosa, pure lei convertita, furono catturate e trasportate al campo di concentramento di Auschwitz, dove furono assassinate nelle camere a gas il 9 agosto 1942.
La prestigiosa casa editrice Edizioni OCD traduce dal tedesco (a cura di Angela Ales Bello) e pubblica questo volume – in coedizione con Città Nuova – , dove Edith Stein muovendo dall’indagine fenomenologica sull’intersoggettività, analizza le strutture della vita associata fino a giungere al tema dello Stato, mettendo in evidenza aspetti nuovi e toccando questioni che nella nostra cultura sono terreno proprio di discipline di carattere essenzialmente giuridico, come il diritto pubblico, la dottrina dello Stato, o anche di tipo storico-politico, come le dottrine politiche.
“Questa Ricerca sullo Stato – si legge nell’Introduzione – è una conferma della vastità degli interessi di Edith Stein. Chi ripercorre la sua biografia intellettuale si rende conto, da un lato, della centralità e della permanenza del metodo fenomenologico nell’indagine da lei condotta e, dall’altro, della varietà e vastità dei suoi interessi che, se trovano nella filosofia il loro punto focale, si diramano, poi, non solo in temi specifici di ricerca, ma spaziano in modo molto pertinente nei campi di cui si sono appropriate le discipline umanistiche e scientifiche fra la fine del secolo scorso e gli inizi del nostro”.
Lo Stato, in quanto entità giuridicamente configurata, ha sue caratteristiche precise, ma non è un’entità astratta, al contrario, è una personalità di cui fanno parte singoli e ciò che accade esistenzialmente fra loro non può essere indifferente per la sua sopravvivenza; pertanto, fondamentale è il riferimento alla persona e alla sua libertà ed anche l’esigenza dell’inserimento dello Stato in una dimensione comunitaria che, pur distinta dalla sua struttura giuridica, ne garantisce la solidità e la durata.
Edith Stein, Una ricerca sullo Stato, Roma, Edizioni OCD, 2021, pp. 216, € 23,00.


