Comunità,  Fraternità

Morin, La fraternità. Perchè?

«Tutto ciò che non si rigenera degenera, e questo vale anche per la fraternità». Sono parole asciutte, scarne, essenziali di Edgar Morin. Un plauso alla casa editrice Ave per aver pubblicato in italiano il testo del filosofo “La fraternità, perché?” vicino alla soglia del cento anni. Personalmente ritengo che la fraternità sia uno di quei termini che nel tempo attuale non dicono più nulla alle persone. Potrà dire qualcosa di sostanzioso, oggi, solo se la fraternità (così come la comunità, la fede, la pastorale) va declinata con realismo e discernimento. «La fraternità – dice Morin – mezzo per resistere alla crudeltà del mondo, deve diventare scopo senza smettere di essere mezzo. Lo scopo non può essere un termine, deve diventare il cammino, il nostro cammino, quello dell’avventura umana». Don Ciotti, che di cammino e strada ne conosce il sudore e i frutti, firma la Prefazione al testo afferma che «Morin ci invita a resistere, a costruire in quest’epoca tendenzialmente disumana oasi di fraternità». Nell’era dei profili social, quali imbuti individualistici, Morin propone di «creare degli isolotti di vita altra, dobbiamo moltiplicare questi isolotti, o piuttosto queste imbarcazioni, micro-arche di Noè nell’oceano delle incertezze del tempo»

 E. Morin, La fraternità, perché? Resistere alla crudeltà del mondo, Ed. Ave, Roma 2020, pp. 76, € 11