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Laurent, L’islam. Ne parliamo, ma lo conosciamo davvero?
Di libri sull’Islam se ne sono scritti tanti, e tanti altri se ne scriveranno (e non sempre di qualità). Ciò che contraddistingue, invece, questo testo è la sua chiarezza nei termini spesso letti e uditi, ma mai compresi nel loro vero significato; specie nei concetti chiave che caratterizzano l’Islam e, in particolare, come ebraismo e cristianesimo sono visti dall’Islam.Un plauso all’editore Cantagalli per aver tradotto questo testo di Annie Laurent, saggista francese, specialista in geopolitica e di religioni del Medio Oriente e che Benedetto XVI – non a caso – l’ha nominata nel 2010 come esperta al Sinodo sul Medio Oriente.Dieci capitoli ben strutturati, divisi per argomenti chiave:capitolo I, a…
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D’Urbano, Percorsi vocazionali e omosessualità. Il dono gratuito di Dio e la libertà responsabile dell’uomo
Parto da questa frase presente nel libro: “Chi arriva in seminario o in comunità, molto spesso manca di capacità di lettura e comprensione di se stesso. Ha letto tante cose, ma ne ha comprese poche. Manca cioè di chiavi interpretative“. E aggiungerei a questo: è passato da un sito all’altro su internet, serfando da un link all’altro cercando di capire qualcosa su di sé e ottenendo, a volte, maggiore confusione.La frase sopra citata è dell’ultimo libro della nota psicologa e psicoterapeuta Chiara D’Urbano che, assieme alla docenza e ad altri testi pubblicati come questo con Città Nuova edizioni sezione libri, collabora con seminari, noviziati, conventi, monasteri nell’accompagnamento psicoterapeutico. Il testo,…
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Berdjaev, Autobiografia spirituale
Nikolaj Berdjaev, nella sua Autobiografia spirituale, così scrive di sé: “Non posso presentarmi come il tipo canonico del credente. Sento che espressioni come ‘si è convertito’, ‘è diventato credente’, o ‘la sua fede vacilla’, oppure ‘ha perso la fede’ poco si adattano al mio caso. Nell’ultima ora della mia vita mi ricorderò sicuramente di tutti i miei numerosi peccati, debolezze e cadute, ma forse mi sarà data la grazia di poter ricordare che appartengo al numero degli affamati e assetati di giustizia“.Il filosofo russo, Nikolaj Berdjaev (1874-1948) cacciato dalla propria patria per decisione diretta di Lenin, si è stabilito a Parigi dal 1924 in poi, nello scrivere Autobiografia spirituale (pubblicato ora…
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Akçam, Killing Orders. I telegrammi di Talat Pasha e il Genocidio Armeno
“Gerçekklerin bir gün açiga çkmak gibi kötü huyu vardur“. È un’espressione turca che significa “La verità ha la cattiva abitudine di venir fuori, alla fine“. A scrivere questa frase è Taner Akçam, ampiamente riconosciuto come il primo storico turco ad aver scritto e discusso apertamente il Genocidio Armeno del 1915-1922. Oggi ha 67 anni. È condannato nel 1967 a dieci anni di carcere a causa dei suo scritti. Un anno dopo, però, riesce a fuggire in Germania. Oggi vive nel Minnesota (Stati Uniti) e ha la cattedra di Studi sul Genocidio Armeno.Sto sfogliando questo testo di Taner Akçam, edito da Guerini al quale va il mio plauso per aver pubblicato…
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Noyer, Le goût de l’évangile (Il gusto del Vangelo)
Ho letto la pubblicità di questo libro uscito in Francia e recensito da La Croix. Il titolo mi ha fatto capire che era scritto da una persona che aveva immerso le sue parole nel vissuto, i suoi pensieri nell’esperienza, le sue giornate nel catino del dolore e della gioia.Il gusto del Vangelo: è questo il titolo edito dalla casa editrice francese Temps présent. Man mano che leggo la recensione scopro che l’autore è morto il 2 giugno 2020: è Jacques Noyer, 93 anni, vescovo emerito di Amiens. Scrivo alla casa editrice parigina chiedendo il testo e dopo qualche giorno mi arriva il pacchetto. Rivisitando il mio francese scolastico, inizio a…
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Barbero, A che ora si mangia?
“L’orario dei pasti sono un ritmo della nostra vita che siamo abituati ad accettare come naturale, tanto che in genere non ci pensiamo neppure, fino a quando non veniamo a contatto diverse dalle nostre, che al primo approccio di solito ci sembrano bizzarre, se non assurde“. Il competente storico prof. Alessandro Barbero, nonché noto divulgatore televisivo, ha pubblicato (con edizioni Quodibet) un piacevole, curioso, interessante piccolo testo sul cambiamento dell’orario dei pasti tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento (sino ai tempi attuali), quando le classi benestanti europee hanno modificato l’orario del mangiare e sedersi a tavola. Come a dire: la cultura di un popolo e di una nazione…