Aree interne italiane,  Demografia,  Società

Tantillo, L’Italia vuota. Viaggio nelle aree interne

Un viaggio ai margini del nostro Paese, un Paese molto più grande e vario di come si autorappresenta, alla scoperta di uno spazio ancora aperto al possibile.

Filippo Tantillo, ricercatore, film-maker e attivista, lavora per università e istituti di ricerca italiani ed europei alla messa a punto di nuovi strumenti di ascolto del territorio e dei fenomeni sociali. Fa parte dell’associazione Riabitare l’Italia e del Forum Disuguaglianze e Diversità. Scrive su riviste scientifiche e divulgative.

Con la qualificata casa editrice Laterza pubblica questo testo su un’Italia vuota, che però contiene – molto più di quanto si pensi – il futuro del nostro Paese.

“Una parte del nostro Paese negli ultimi anni – scrive l’Autore nell’Introduzione – è sparita dal discorso pubblico e dall’agenda politica. Costituisce più della metà del territorio nazionale ed è abitata da almeno 13 milioni di persone, vale a dire circa il 22% di tutti gli italiani. Derubricata come l’ultimo residuo dell’Italia rurale, una vandea abitata da una popolazione anziana e antimoderna, oggi appare sulla mappa demografica del Paese come un arcipelago di luoghi vuoti, quasi senza più abitanti. Delle enclave dimenticate, nel secolo delle scintillanti metropoli globali colte, dematerializzate, creative, libere. È sufficiente guardarci dentro per scoprire che sono terre tutt’altro che immobili, sensibili alle trasformazioni climatiche, ai mutamenti dell’economia mondiale, percorse incessantemente da flussi di umani, e che restituiscono l’immagine di un Paese molto più grande e vario di come si autorappresenti”.

Il testo è suddiviso in 7 capitoli:

1. Smeraldo. Le valli occitane
2. Rosso. Il fiume Simeto
3. Verde. L’Appennino centrale
4. Argento. La costa ionica della Calabria
5. Grigio. Le Dolomiti orientali al centro d’Europa
6. Giallo. I confini mobili del Molise
7. Cenere. La Sardegna centrale

“Nel 2012 nasce la Strategia nazionale per le Aree Interne – evidenzia l’Autore – grazie a un’iniziativa dell’allora ministro alla Coesione territoriale Fabrizio Barca, una politica pubblica a favore di questa parte di Paese, un grande disegno formato da piccoli progetti, con il quale si prende atto che tutto ciò che è stato fatto fino ad ora non è stato sufficiente per frenare l’esodo da queste aree, e che bisogna cambiare strada, interrogare le strategie di sopravvivenza delle persone e far leva sul loro desiderio di cambiamento. Nella convinzione che le scelte capaci di dare un futuro al nostro Paese non possono essere efficaci se decise in luoghi distanti e stanze oscure, da esperti tutto fare che per definizione sanno già come andranno a finire le cose, e le cui previsioni si dimostrano sistematicamente sbagliate. Occorre invece andare nei posti e intercettare le dinamiche che li attraversano, ascoltarne e raccoglierne bisogni e desideri, fare tesoro delle esperienze e trasformarle in strategie di futuro. Questo è successo anche perché nel frattempo questa “Italia vuota” è diventata anche lo spazio dove nuovi cittadini, giovani e migranti traditi dalle promesse mancate del benessere e del mercato, espulsi dalle città, si installano per sperimentare insieme nuovi modi di fare società e nuove economie della cura, non estrattive e durature, capaci di rigenerarsi: organizzazione collettiva e resistenza sono pratiche diffuse tra chi vive in queste zone”.

Filippo TantilloL’Italia vuota. Viaggio nelle aree interne, Bari, Laterza, 2023, pp. 224, € 15,00.