Conferenza Episcopale Toscana. Umiltà, disinteresse, beatitudine
Seguendo in televisione il discorso di papa Francesco alla CEI riunita a Firenze per il V° Convegno ecclesiale nazionale, il 10 novembre 2015, nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, la telecamera indugiava sui volti dei vescovi seduti ad ascoltare il gesuita Bergoglio.
Il non-detto labiale che usciva dallo schermo, lo riassumo con queste parole: e adesso da dove partiamo? Cosa ci sta chiedendo il papa? Che cosa dobbiamo lasciare, cosa dobbiamo prendere?
Anche i meno esperti di questioni ecclesiali, avevano avvertito da quel discorso di Bergoglio una forte scossa tellurica alla Chiesa italiana. Come avviene con i terremoti, si attendono le scosse successive di assestamento, ma nel caso del dopo-Convegno di Firenze, le successive scosse non dovevano venire da papa Francesco (aveva già dato), ma dai singoli vescovi, presbiteri, laici nei loro territori locali.
Così non è stato, o al massimo lo è stato per qualche sparuta realtà che ha iniziato a declinare le parole di Francesco nella realtà locale, sia nel contenuto, nella forma, nella prassi.
A più di cinque anni di distanza le Edizioni Toscana Oggi ha dato alle stampe un concreto tentativo delle 18 diocesi toscane di accogliere e raccogliere la scossa tellurica di papa Francesco – lanciata a novembre del 2015 – con una giornata di studio delle Chiese di Toscana (con più di 150 delegati) nel novembre del 2019.
“Nel cuore della pandemia – scrive all’inizio del volume la Commissione per la pastorale della cultura e delle comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Toscana – ripensare e ridisegnare la presenza cristiana in termini di umiltà, disinteresse e beatitudine costituisce una risposta provvidenziale e carica di futuro“.
La Toscana è la prima regione ecclesiastica italiana che, come insieme congiunto di tutte le sue 18 diocesi, ha scelto di incontrarsi, riflettere, ripensarsi nel concreto pastorale a partire dal testo di papa Francesco al V° convegno ecclesiale nazionale del 2015.
“La riforma della Chiesa – disse Bergoglio ai vescovi italiani riuniti a Firenze – non si esaurisce nell’ennesimo piano per cambiare le strutture. Significa invece innestarsi e radicarsi in Cristo lasciandosi condurre dallo Spirito. Allora tutto sarà possibile con genio e creatività. La Chiesa italiana si lasci portare dal suo soffio potente e per questo, a volte, inquietante“.
La relazione di Theobald, sul nuovo umanesimo, assieme alle introduzioni di Bassetti, Fontana e gli approfondimenti di Petrà, Fabris, Betori sono il terreno di lavoro degli interessanti 9 tavoli di lavoro, riportati in forma di sintesi.
Questi, a mio avviso, sono la base operativa dalla quale riprendere i fili del generare una prassi pastorale, per dirla con Beroglio a Firenze, “inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti“.
La corresponsabilità ecclesiale, tanto declamata posta al centro, non ha funzionato, inutile girarci attorno, rimanendo in ombra.
Un plauso, dunque, alla Chiesa toscana per aver scelto – almeno ci si tenta, anche inciampando – il criterio del realismo, della concretezza, del discernimento, soprattutto nel metodo di lavorare di procedere, come ben puntualizzato nella Postfazione di Andreini e Ferrari (Rileggendo un’esperienza ecclesiale).
Suggerisco l’acquisto di questo testo per ciascuna diocesi, consiglio presbiterale, consiglio pastorale diocesano. Anche sul tavolo di un insegnante, di un amministratore locale, di un genitore, di un imprenditore questo testo ha tanto da dire, da dare, da ricevere in dono.
Conferenza Episcopale Toscana, Umiltà, disinteresse, beatitudine. Un vocabolario per ricostruire il futuro. Con Papa Francesco da Firenze alla Chiesa italiana, Firenze, Edizioni Toscana Oggi, 2020, pp. 146, € 14,00.