Xerri, Prenditi cura della tua anima. Una ecologia interiore
C’è una frase che è utile imparare a memoria, soprattutto per coloro che accompagnano spiritualmente altre persone: “Un baratro è l’uomo e il suo cuore un abisso” (salmo 63).
Dopo aver letto questo libro edito da Queriniana sono stato confermato dalla saggezza dell’espressione biblica del salmo. Jean-Guilhem Xerri è uno psicoanalista, biologo medico francese e non a caso lui stesso si interroga, quando si chiede “chi può dire cos’è la nostra vita interiore, la nostra interiorità, che cosa comprende lo psico? Si tratta dello psicologico, dello spirituale, o un po’ di tutte e due? Alcune nostre difficoltà psicologiche traggono la loro origine nel registro spirituale o solo nei nostri geni? Viceversa, alcune patologie psichiche o biologiche non condizionano le nostre concezioni spirituali?“.
Nella mia esperienza diretta sul campo, come guida di esercizi spirituali, dico che sono vere entrambe le cose esposte in forma interrogativa dall’Autore francese: incontro persone che hanno ferite psicologiche ataviche e che si riverberano inevitabilmente nel terreno spirituale e, nel contempo, incontro persone che hanno maturato una loro personale spiritualità ma distorta, senza esserne consapevoli (spesso con la creazione di immagini falsate di Dio e di loro stesse) che va a condizionare il loro terreno psichico, relazionale.
Xerri intreccia il suo libro attingendo anche dalla tradizione dei Padri del deserto, che lui stesso definisce “primi veri terapeuti che hanno elaborato una classificazione, un percorso diagnostico e delle raccomandazioni terapeutiche riguardo alle malattie dell’interiorità“.
Il testo è suddiviso in 5 parti (1-3a parti sono sulla dimensione umana sotto diverse prospettive; 4a parte sulle malattie dell’anima; la 5a parte apre a prospettive concrete per valorizzare nel tempo attuale il patrimonio dei Padri del deserto).
Interessanti quelle che Xerri chiama come avidità, quale malattia endemica della profusione e dell’incitamento; la vanità narcisistica, quale malattia metafisica del mondo dell’immagine; soprattutto l’acedìa (atonia dell’anima intesa oggi come malinconia, superlavoro, iperattività, instabilità, noia, depressione, fascino per il benessere quale malattia della cupa e futile vacuità.
“L’acedioso ignora il proprio male – afferma Xerri – si dà da fare tanto per tenersi occupato, non rimane fermo e al tempo stesso non avanza. Si muove per ingannare la noia e per ingannare se stesso. Egli odia il presente e desidera ciò che non lo è. L’acedìa è la malattia dell’eccesso, del minimalismo e del massimalismo“.
Identificare un disturbo, dunque, è condizione preliminare per cercare di prendermene cura, qui ed ora, facendomi aiutare e chiedendo aiuto.
Suggerisco questo testo alle guide di esercizi spirituali, a chi svolge accompagnamento spirituale, a chi esercita accompagnamento psicologico in Seminario, ai direttori spirituali nelle equipe formative di Seminari, noviziati.
Il testo è filigranato anche da un linguaggio tecnico da parte dell’Autore, che affonda nella sua esperienza di biologo e medico. Merita di essere letto per allargare la conoscenza, e soprattutto il suo esercizio, dell’ecologia interiore per ciascuno di noi.
Jean-Guilhem Xerri, Prenditi cura della tua anima. Una ecologia interiore, Brescia, Queriniana, 2020, pp. 252, € 28,00.