Gaspari, Preti in battaglia. Ortigara, Macedonia e fronte dell’Isonzo fino a Caporetto. Vol IV, 1917
1400 cappellani tra i venti e i trent’anni che nel 1917 stettero al fianco di soldati e ufficiali.
Paolo Gaspari è uno storico e da diversi anni si occupa di storia militare.
Con la qualificata casa editrice Gaspari Editore pubblica questo volume che per la prima volta colma un vuoto storico: raccontare le straordinarie imprese di questi giovani sacerdoti che per la prima volta nella storia si unirono al destino dei soldati sui campi di battaglia: feriti, uccisi o prigionieri.
“Preparare i soldati per la Pasqua – annota l’Autore nell’Introduzione parlando dei sacerdoti in guerra – recuperare i feriti e i morti nella terra di nessuno, radunare i dispersi e gli sbandati aiutando gli altri ufficiali, ma nel 1917 sempre più spesso sostituendosi a costoro quando un reparto aveva tutti gli ufficiali feriti o uccisi, come don Antonietti per gli alpini dello Stelvio che gli valsero due medaglie d’argento“.
È emozionante e commovente leggere, anzi, meditare le pagine scritte da Paolo Gaspari in questo volume. Il lettore si sente rapito da quanto sta narrando e dai protagonisti presenti in trincea di guerra.
“I cappellani – scrive Gaspari nell’Introduzione – si trovano a mediare tra la ferrea disciplina di guerra richiesta dai comandanti delle divisioni e delle brigate, a loro volta pressati dai comandi di corpo d’armata, e i comandanti delle compagnie, i capitani o i tenenti di complemento con i quali dividevano la mensa e soprattutto la precisa conoscenza delle condizioni d’addestramento lacunoso e inadeguato dei soldati e degli aspiranti ufficiali“.
Il volume è strutturato in 7 sezioni:
1. Sul Monte Nero e nelle Alpi
2. I cappellani in Macedonia
3. Sul Carso di Comeno
4. Flondar e il contrattacco
5. Ortigara
6. Gorizia e San Gabriele
7. La Baisizza
“Oltre che celebrare Messa spesso due volte al giorno – prosegue Gaspari – il cappellano doveva raggiungere i fanti del suo reggimento divisi in vari tratti della trincea dalla prima linea fino alla linea delle riserve, portando loro santini, tabacco e piccoli oggetti o, nei casi più fortunati, gestire la distribuzione dei pacchi dono raccolti dai comitati cittadini sorti a sostegno dei fanti. Poi doveva aiutare a scrivere le lettere e in molti casi a organizzare le Case del Soldato che andavano sorgendo lungo il fronte per evitare che sesso e alcool fossero gli unici passatempi dei soldati a riposo“.
Le fotografie sono eloquenti quanto le parole e le parole suggellano le immagini qui riportate.
“Questa storia dei cappellani decorati o caduti – conclude l’Autore – traccia una griglia narrativa in cui potrebbero trovare collocazione gli avi di tutte le famiglie italiane che vivono senza sapere ancora il contributo che hanno dato alla grande Storia“.
Un volume come questo lo considero quanto mai prezioso per i sacerdoti di oggi impegnati nelle parrocchie d’Italia, perché la battaglia attuale – seppur ovviamente diversa – ha bisogno della vicinanza, dell’umanità, della condivisione, dello spendersi senza riserve di questi confratelli preti al fianco di giovani soldati e ufficiali.
Oggi come ieri ciò che rimane impresso nel cuore e nella mente dei parrocchiani e della gente non è tanto l’organizzazione del suo prete, ma la sua umanità.
Questo volume trasuda di umanità contagiosa e commovente.
Un grazie a Paolo Gaspari per aver pensato, scritto, redatto in modo certosino questo volume, da tenere sulla scrivania di ogni parrocchia (e non solo).
Faccio mio il giusto interrogativo e la giusta interpellanza di Paolo Gaspari a conclusione del volume: perché la storia dei cappellani militari non fa parte del patrimonio culturale italiano ed europeo?
Santo Marcianò firma la Prefazione.
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Paolo Gaspari, Preti in battaglia. Ortigara, Macedonia e fronte dell’Isonzo fino a Caporetto. Vol IV, 1917, Udine, Gaspari editore, 2021, pp. 304, € 29,00.