Horvilleur, Nudità e pudore. L’abito di Eva
Il pudore? Si tratta invece di accettare che nessuno sia interamente visibile nella sua nudità.
Delphine Horvilleur è rabbina del Movimento ebraico liberale di Francia, scrittrice e filosofa, dopo aver studiato medicina in Israele all’Università ebraica di Gerusalemme, lavora come giornalista nella redazione di France 2. Ha conseguito un doppio master in educazione ebraica e in letteratura ebraica all’Hebrew Union College di New York; è stata allieva rabbina al Movimento ebraico liberale di Francia, al Jewish Community Center e alla Sinagoga centrale di Manhattan. Ordinata rabbina nel 2008, è entrata a far parte del team rabbinico del Movimento ebraico liberale di Francia. Direttrice della redazione della rivista trimestrale Tenou’a. Revue de pensée(s) juive(s), è stata designata dall’Express come una delle nove giovani intellettuali francesi e nominata “manager dell’anno 2015” da Le nouvel economiste.
La qualificata casa editrice Qiqajon traduce dal francese (a cura di Laura Marino) e pubblica questo testo evidenziando che Paradossalmente è proprio il discorso religioso, quando si basa su una lettura acritica del testo delle Scritture, a rischiare di essere quello più impudico. Perché il problema è l’uso che si fa di ciò che gli si è fatto dire, e nulla è più impudico che spogliare un testo dei significati che potrebbe ancora avere alla luce di nuovi contesti. Un invito a rivisitare la propria tradizione, indagandone le fenditure e ascoltandone le voci sovversive.
“Viviamo da decenni – scrive l’Autrice – in una civiltà all’insegna del “nulla da nascondere”, l’era in cui si mostra tutto, dove si ritiene convenga non ostacolare, se non in misura minima, il desiderio di vedere e di concedersi alla vista. Visibilità e trasparenza sono magnificate come espressioni di libertà individuale. Nella vita politica come nelle relazioni umane la trasparenza è interpretata come garanzia di moralità, segno di autenticità e di sincerità, mentre quello che è indecifrabile viene associato a colpevolezza e guardato con sospetto. In nome della visibilità l’intimità è spesso oltraggiata e i confini della vita privata divengono evanescenti”.
Il testo è così suddiviso:
No woman’s land
Premessa alla lettura ebraica: come si diventa “un maniaco del testo”
Adamo, genesi della nudità
Noè: il nudo uscito dalle acque
Il velo necessario alla visione
L’essere di orifizio
L’uomo e il suo rapporto con il femminile
La benedizione del femminile
Voci sovversive
“L’unica lettura pudica dei testi religiosi – evidenzia l’Autrice – è quella che afferma che non sono stati ancora completamente rivelati, messi a nudo da letture e lettori del passato. Quando l’interpretazione cerca di fissarli definitivamente, li profana. A quel punto sono ancora sacri? Possono restarlo solo se si accetta che non abbiano mai finito di mostrare e dire qualcosa di nuovo. È solo in tale prospettiva che possiamo iniziare il nostro viaggio attraverso il testo. Quest’opera si sofferma in particolare sulle fonti ebraiche, ma è chiaro che un approfondimento del genere non può riguardare esclusivamente l’ebraismo. Nessuna tradizione religiosa ha il monopolio delle letture impudiche: tutte devono fare un cammino per uscire dalle interpretazioni oscene alle quali alcuni dei loro lettori o dei loro capi molto spesso restano ancorati”.
Delphine Horvilleur, Nudità e pudore. L’abito di Eva, Magnano, Qiqajon, 2022, pp. 153, € 16,00.