
Girtanner-Tabard, Maïti. Resistenza e perdono
“È questo il cuore della mia storia: il perdono offerto a colui che fu il mio carnefice”.
Guillaume Tabard è caporedattore ed editorialista politico del quotidiano francese «Le Figaro».
Con la qualificata casa editrice Itaca traduce dal francese (a cura di Daniele Bonanni) e pubblica questo testo sulla figura di Maïti Girtanner: nata ad Aarau, in Svizzera, il 15 marzo 1922. Educata alla fede cattolica, dopo la guerra aderì al Terzo Ordine Domenicano. È morta il 28 marzo 2014.
“Quanto sono necessari – scrive fr Erik Varden nella Prefazione – i racconti che parlano con autorità del significato e del potenziale trasformante del perdono, racconti atti a risvegliare vaghi ricordi di ciò che potrebbe significare esistere per grazia. Voi avete tra le mani uno di questi”.
Arrestata a Parigi nell’autunno 1943 e liberata nel febbraio 1944 sulla soglia della morte, deve ben presto rendersi conto che non potrà realizzare i due grandi sogni della sua vita: diventare pianista e formare una famiglia.
Una nuova sfida le si impone: non rimpiangere «ciò che ero stata o che sarei potuta diventare», ma «amare ciò che ero. Non avevo da scegliere il mio cammino, ma da accoglierlo».
“Facendo del perdono il grande compito della sua vita – evidenzia Varden – arrivò a capire cosa significasse essere perdonati”.
Restavano l’angoscia per il pensiero che quell’uomo potesse morire deformato dal male compiuto e il desiderio di perdonarlo: agli occhi di Dio anche lui aveva «un valore infinito».
Finché un giorno Léo si presentò a casa sua, mettendo alla prova il suo desiderio di perdono.
Maïti Girtanner – Guillaume Tabard, Maïti. Resistenza e perdono, Castel Bolognese, Itaca, 2022, pp. 144, € 14,00.

