Sabolla, All’origine della cura. Vol. 2: Homo viator. Dall’accoglienza dei primi pellegrini agli Ospedali Maggiori
Chi voglia comprendere le origini dell’assistenza e della cura si imbatte nel fenomeno sociale della mobilità.
Luciano Sabolla (Voghera 1949) si è laureato nel 1975 a pieni voti in medicina e chirurgia all’Università Statale di Milano. Assunto all’Istituto Villa Marelli (Ospedale di Niguarda) in qualità di tisio-pneumologo, dopo la seconda specializzazione in radiologia ha rinnovato l’imaging di questa struttura di diagnosi e terapia, nella quale ha lavorato a tempo pieno per oltre 35 anni. È volontario dal 2002 presso il Banco Farmaceutico.
Con la qualificata casa editrice Itaca pubblica questo volume, ricco di belle illustrazioni, su come ospitalità e cura hanno assunto forme diverse, ma sempre sono state sostenute e alimentate dalla concezione cristiana, da un ideale di gratuità cui tornare a guardare.
“Occorre veramente essere grati all’Autore – scrive Stefano Zamagni nella Presentazione – per il dono di un saggio che, con non comune maestria espositiva, ci fa comprendere come l’attenzione alle plurime situazioni di bisogno e di sofferenza fosse espressione diretta della carità cristiana e non già di un generico sentimento di natura filantropica. Duplice il pregio, cui va un convinto plauso, di questo scritto. Per un verso, per l’originalità dello stile espositivo e per l’accurata ricostruzione storica delle vicende prese in considerazione. Per l’altro verso, per il messaggio che esso ci trasmette, un messaggio che oggi è (forse) ancora più rilevante che non nel passato. Vedo di chiarire”.
L’Editto di tolleranza del 313 d.C., pose fine alle persecuzioni dei cristiani e destò in molti il desiderio di recarsi sui luoghi dove aveva vissuto Gesù.
Già nel 325 il Concilio di Nicea stabilì che accanto al duomo sorgesse l’ospizio in cui i viaggiatori potessero alloggiare, riposarsi ed essere curati nel caso fossero malati.
La pratica dell’ospitalità attuava un ideale religioso, descritto nel Vangelo di Matteo, che il monachesimo aveva approfondito e diffuso mettendo in luce la dignità del malato e del povero con i quali si identificava Cristo stesso: pauper Christi.
Nel tempo le due funzioni, ospitalità e cura, conobbero una progressiva separazione — la cui necessità risultò ancora più evidente dopo la peste del 1348 —, fino alla nascita degli Ospedali Maggiori, edificati nelle principali città, nel corso del XV secolo.
“La modernità – evidenzia Zamagni – si è retta su due pilastri: il principio di eguaglianza, garantito e legittimato dallo Stato; il principio di libertà, reso possibile dal mercato. La post-modernità ha fatto emergere l’esigenza di un terzo pilastro: il prendersi cura, che pone in pratica il principio di fraternità. Non è capace di futuro la società in cui si dissolve il principio di fraternità. Non può progredire quella società in cui esiste solo il dare per avere e il dare per dovere”.
Luciano Sabolla, All’origine della cura. Vol. 2: Homo viator. Dall’accoglienza dei primi pellegrini agli Ospedali Maggiori, Castel Bolognese, Itaca, 2023, pp. 104, € 16,00.