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Boccagni, Vite ferme. Storie di migranti in attesa

Sono quasi tutti ragazzi di vent’anni, neri, africani, richiedenti asilo, sopravvissuti a viaggi detti della disperazione, ancora in attesa di sapere se avranno il permesso di vivere nel paese in cui si trovano da anni. 

Paolo Boccagni insegna Sociologia e Diversità e relazioni interculturali all’Università degli Studi di Trento.

Con la prestigiosa casa editrice Il Mulino pubblica questo libro basato su un paziente lavoro etnografico, e raccontando la vita d’ogni giorno dei migranti con le loro stesse parole, fatte di desideri e di frustrazioni, di sogni e di incubi, di presenza e di assenze.

Vite Ferme – scrive l’Autore nell’Introduzione – non è, in senso stretto, un libro sulle storie di vita dei rifugiati. Tratta invece della domesticità necessaria nell’attesa, gli anni trascorsi nell’ambiente relativamente protetto e potenzialmente soffocante dell’accoglienza, consumati standoci dentro con tutti e cinque i sensi, accumulando spezzoni di ospitalità quotidiana”.

Il testo è suddiviso in 4 parti (che l’Autore definisce sensi) per un totale di 17 capitoli:

I. Un centro, una stanza
II. Tutto tranquillo. La camera del portinaio
III. Quasi come gli altri. Le camere degli operatori vecchi
IV. Il letto disfatto. La stanza di Den

Il primo senso
V. Tre cappelli al muro. La stanza di Halebugor
VI. Dobbiamo sempre andare avanti. La stanza di Salim
VII. L’armadio spostato in qua, il tavolo in mezzo. La stanza di Ninu

Il secondo senso
VIII. Non avevi visto il mio zaino? La stanza di Olusola
IX. Basta una fessura. La camera del nuovo operatore
X. Il maxischermo rotto. La stanza di Omokunrin

Il terzo senso
XI. La tapparella abbassata. La stanza di Fatou
XII. Si dorme, si cucina, si aspetta. La stanza di Suka

Il quarto senso
XIII. Il letto e l’atelier. La stanza di Woikat
XIV. Pulire il mio corpo e dove abito è importante. La stanza di Kambanoo

Il quinto senso
XV. Va tutto molto bene. La stanza di Larka
XVI. Il tappeto e la terrazza. La camera di ShabX
VII. La stanza che verrà

Hanno sfidato il deserto e il mare in cerca di un nuovo inizio. All’orizzonte c’è la speranza di una vita normale, libera dal peso di essere nati nel posto sbagliato, al momento sbagliato.

Nella struttura si dorme, si cucina, si gioca, si prega, si litiga, si sta come ospiti che devono meritarsi i diritti di cui godono. 

Paolo BoccagniVite ferme. Storie di migranti in attesa, Bologna, Il Mulino, 2024, pp. 272, € 19,00.