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Borgna, I grandi pensieri vengono dal cuore. Educare all’ascolto

Ho avuto il dono di conoscere Eugenio Borgna – seppur via mail, almeno per ora, in attesa di stringergli la mano – in una stagione particolare della mia vita di prete. Nei miei confronti, un perfetto sconosciuto ai suoi occhi, Eugenio Borgna si è rivelato come se ci conoscessimo chissà da quanti anni. Mi si è rivelato con parole, proprio come il titolo dell’ultimo suo libro, che vengono dal cuore. Gliene sarò sempre grato al caro sig. Borgna, in perpetua memoria, perché se c’è una merce rara nel tempo attuale di Twitter e Instagram, è quella di denudare pensieri e parole da ogni insensatezza e rivestirle di nutriente senso, significato.
Nel testo edito con Raffaello Cortina, Eugenio Borgna si rivolge direttamente alle giovani generazioni come un forte invito a veterani e neo psicologi e psichiatri, a “sfuggire ai sortilegi mondani di una psichiatria che sia solo farmacologica, e a scendere nella nostra interiorità. Così si dischiudono – scrive Borgna – le zolle della nostra interiorità, della quale non dovremmo dimenticare la fragilità“.
Attorno al cuore, come il cardine della porta, Eugenio Borgna disvela alla lettrice e al lettore l’immenso mondo della psichiatria e, in definitiva, le tante aree tematiche presenti in ciascuno di noi. “Nel nostro cuore, quando la follia è in noi, – scrive Borgna – c’è sempre una ferita che sanguina, una ferita delle emozioni, una ferita nel modo con cui entriamo in contatto con gli altri, e con il mondo“.
Negli anni passati, grazie a mio fratello Giovanni, ho avuto la gioia di addentrarmi nei pensieri di Eugenio Borgna e sono più che contento di continuare ad abitarli, percorrendoli come sentieri inediti e dai quali ne ricevo bene e saggezza. Come le parole di Margherita che Borgna pone in questo libro come pietre d’inciampo, dove mi fa bene fermarmi e riflettere. Margherita, paziente del prof. Borgna nel manicomio di Novara, una donna avvinghiata “da una forma estrema di sofferenza psichica, quella schizofrenica, della quale si continua ad avere paura” è stata generatrice di parole poetiche volutamente riportate nel libro ricche di “sensibilità e gentilezza, tenerezza e male di vivere, dolcezza e malinconia”. Margherita scrive queste parole che qui riporto a 22 anni circa.
Lacrime di madre
e io non sarò più.
I miei anni umili
lambiranno cose mie
nella casa antica,
tragico nido.
I vetri del muro di cinta
feriranno la mia anima di corsa
– come faceste voi quando ero –
Quando sarò morta
mettetemi la bianca veste di sposa.
Non stonerà vicino ai miei occhi sinceri
“.
Margherita, non ancora 40enne come racconta il prof. Borgna, si ucciderà.
Nel tempo attuale, dunque, riprendere ad abitare il cuore nelle relazioni interpersonali (scevro da ogni sterile sentimentalismo) è quella cura di cui abbiamo tremendamente bisogno e che ci è essenzialmente necessaria.
Non c’è insegnamento che possa fare a meno della saggezza del cuore – scrive Borgna – che sa riconoscere cosa si nasconde nella fragilità e nella timidezza, nella stanchezza del vivere e nella disperazione, nella fatica espressiva e nel silenzio di studenti che sarebbero magari migliori, se accolti con gentilezza e con comprensione“.
Auspico una grandissima e capillare diffusione a questo testo del prof. Borgna: dentro le case; sui tavoli dei professori sia in classe sia nella didattica a distanza; accanto al quaderno degli appunti delle guide di esercizi spirituali e accompagnatori nelle case di spiritualità; sulla scrivania di preti, seminaristi; vicino alle pentole della mamma, del papà come genitori; accanto a computer e smartphone di ciascuno di noi; nelle mani di viandanti in treno e in aereo; accanto alla grata dei monasteri per saper dire e dare parole di peso e che nutrono. Grazie prof. Borgna, in attesa di bere assieme un caffè a Novara.

Eugenio BorgnaI grandi pensieri vengono dal cuore. Educare all’ascolto, Milano, Raffaello Cortina, 2021, pp. 111, € 12,00.