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Frugoni, Paure medioevali. Epidemie, prodigi, fine del tempo

Chissà che cosa scriveranno gli storici tra 20-50 anni in merito alla pandemia da Covid-19 del 2020! Molto probabilmente guarderanno alla storia antica per vedere che le domande-paure di oggi, sono state le domande-paure di ieri, e saranno le domande-paure di domani.
Ho trovato molto interessante, e ben strutturato, il testo della storica Chiara Frugoni, docente di storia medioevale a Pisa, Parigi, Roma, edito con Il Mulino. Un testo, inoltre, corredato e impreziosito da ottime illustrazioni che l’Autrice ha scelto per costellare l’intero suo testo, non solo a supporto di quanto scrive, ma per offrire l’immagine come contenuto sul quale soffermarsi con meticolosa pazienza e profonda attenzione.
Leggere e, inoltre, guardare questo testo nel tempo pandemico del coronavirus mi fa sentire il passato molto più vicino e le vicende di ieri alquanto istruttive per i tempi di oggi, a fare i conti – in definitiva – con la paura.
Le paure che ci sembrano più lontane – scrive la storica Frugoni – rispetto alla nostra mentalità secolarizzata, come quelle apocalittiche, assomigliano molto alle catastrofi che ci si prospettano oggi“.
Il testo è strutturato in cinque parti:
la prima parte è centrata sulla paura della fine del mondo;
la seconda parte sulla paura della fame e della miseria;
la terza parte sulla paura del diverso;
la quarta parte sulla paura delle malattie in particolare la lebbra;
la quinta parte sulla paura delle epidemie, la peste.
La Frugoni ha iniziato ha scrivere questo libro nel 2019, come lei stessa confida, senza sapere minimamente che le pagine che stava scrivendo, ivi incluse le illustrazioni con scene di paura, si sarebbero da lì a poco materializzate in Italia e in tutto il mondo a causa del Covid.
Tutto il testo è di pregio, ma particolarmente attuale trovo il capitolo V°, ovvero l’intolleranza verso gli stranieri e la paura del diverso (dove la stessa Autrice, riportando citazioni del tempo, non manca di evidenziare la somiglianza con la paura di oggi sull’invasione straniera).
Nel Medioevo spesso di fronte agli stranieri – scrive la Frugoni – si passava dal sospetto nei loro confronti all’idea che i loro costumi sconosciuti fossero portatori di peccato“.
Lo spazio che la storica dedica a questo tema, paura del diverso, è molto ampio e ne ha di ben donde. Lei stessa ci tiene a evidenziare che “questo capitolo è stato dedicato all’intolleranza verso chi è diverso per abitudini e stile di vita e soprattutto per fede religiosa. In mille anni è cambiato ben poco – parole vere – ed è perfino banale ricordare come non siano bastati gli orrori del nazismo a sgombrare l’idea che gli ebrei debbano essere perseguitati. I neri continuano ad essere discriminati: qui in Italia gli emigranti, cioè il nemico, sembrano essere solo neri“.
Una frase che qui riporto, perché la sento di una verità lapidaria quasi da imparare a memoria è la seguente espressione della Frugoni: “Teniamo strette al petto tutte le paure medioevali. Cosa potrebbe sciogliere questi lacci? Ragionare. Ma per questo occorrerebbe scacciare l’ignoranza e conquistare l’istruzione, un oggetto del desiderio, per molti, desueto“.
Grazie prof.ssa Chiara Frugoni per aver pensato, maturato, scritto, consegnato alla storia questo suo testo. Mi piacerebbe trovarlo sul mobiletto che c’è all’ingresso di ogni casa dove ci si appoggia le chiavi della macchina, il telefono ed altro. Ecco, qui trovare aperto questo libro e ogni volta che si esce e che si entra, dargli una sfogliata per cercare di non essere peggiori dei nostri antenati.

Chiara FrugoniPaure medioevali. Epidemie, prodigi, fine del tempo, Bologna, Il Mulino, 2020, pp. 395, € 40,00.