Discernimento,  Pedagogia del silenzio,  Silenzio

Antenucci, Non sparlare degli altri!

Prima di leggere questo piccolo testo sono andato a prendere le Fonti Francescane. Ho cercato la parola silenzio nei testi di Francesco d’Assisi, di Tommaso da Celano, di S. Bonaventura e in altre parti delle Fonti.
L’immaginario comune tratteggia il figlio di Bernardone come un grande predicatore e, i suoi frati nei secoli futuri, come persone dedite alla predicazione divulgativa, alle missioni popolari, ecc.
Ecco: prima di leggere questo piccolo testo, edito da Effatà, scritto dal giovane frate cappuccino fra Emiliano Antenucci, un piccolo viaggio nelle pagine delle Fonti Francescane non fa male, per cogliere il valore grande che Francesco dà al silenzio.
Voleva che i frati – si legge nelle Fonti parlando di Francesco – osservassero il silenzio indicato dal Vangelo, cioè che in ogni circostanza evitassero accuratamente ogni parola oziosa, di cui nel giorno del giudizio dovranno rendere ragione” (Fonti Francescane § 1094).
Del silenzio, fra Emiliano, ne ha fatto una scelta di vita, non perché tace (anzi, all’attivo ha numerose pubblicazioni), ma perchè addita il silenzio, scrive lui stesso, come “un percorso sensibile e spirituale che parte dall’orecchio, giunge alla bocca, va a finire alla mente e arriva al cuore“.
Da maggio del 2020 fra Emiliano Antenucci è rettore del Santuario della Madonna del Silenzio ad Avezzano (Aquila) su espressa richiesta di Bergoglio.
Nella mia vita di prete il silenzio mi è venuto a cercare, in un particolare tempo patito e sofferto. Sono stato salvato dal silenzio, perché se non stai attento ti uccidi con le tue stesse parole macerate nel male accovacciato dentro. Il silenzio stana il rancore. Il silenzio estirpa l’acredine.
Chi non ti conosce in profondità, ti giudica; invece – scrive fra Emiliano – chi ti conosce sul serio ti ama e al massimo ti corregge, cioè regge insieme a te il tuo errore e il tuo peccato“.
Caro fra Emiliano, ora la pandemia del Covid ha sospeso le tue attività al Santuario dove abiti; accoglierai le persone per altre vie (quelle del web). Pian piano, poi, torneranno a bussare persone rancorose, rabbiose, avvelenate da sentimenti incattiviti. Credo proprio che la casa dove abiti sia una delle buone farmacie, necessarie nella Chiesa che verrà, dove trovare l’antido giusto: il silenzio. Silenzio donato, decantato, narrato, condiviso.
Con le parole di Francesco d’Assisi, ti auguro ogni bene e buon servizio, in attesa di incontrarci di persona: “Parli dunque il silenzio, dove viene meno la parola, perchè dove non soccorre l’espressione, anche la cosa segnata grida da sé” (Fonti Francescane § 792).

Emiliano AntenucciNon sparlare degli altri. Prefazione di Papa Francesco, Cantalupa, Effatà, 2021, pp. 55, € 5,00.