González-Carvajal, Il Credo spiegato ai cristiani un po’ scettici
Penso che sia alquanto tiepida la consapevolezza nella maggior parte delle persone che recitano il Credo durante la Messa.
Per di più, il Credo, si colloca dopo aver ascoltato abbondanti riflessioni con l’omelia del celebrante.
L’abitudine nel dirlo, la routine nel non dar peso alle parole, la fretta nel pregarlo e la testa già densa di riflessioni ascoltate nell’omelia – assieme ai pensieri che già abitano nella persona – concorrono a far si che il Credo scivoli addosso.
Il Credo è un testo con cui pregare ed entrare maggiormente in relazione con Dio.
Ogni espressione del Credo merita in sé una riflessione approfondita, perchè in ciascuna vi è condensata la fatica e lo sforzo che ha portato nei secoli passati – teologi in primis di ogni epoca – a scrivere tali espressioni.
Luis González-Carvajal, sacerdote di Madrid dove ha diretto la Caritas spagnola, assieme all’insegnamento, per EDB ha pubblicato un interessante testo che cerca di aprire il Credo a credenti e scettici, cercando di far capire – con parole semplici – che cosa c’è dietro le espressioni del Credo.
È interessante leggere, ad esempio, che cosa vi sia dietro la frase del Credo: di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
“I padri della Chiesa – scrive l’Autore – spiegavano che possiamo servire Dio per tre diversi motivi:
– per paura del castigo, atteggiamento proprio degli schiavi;
– per ottenere una ricompensa, caratteristica dei mercenari;
– per amore, che è proprio dei figli.
Fra queste tre motivazioni – prosegue González-Carvajal – i teologi e i predicatori andarono a scegliere proprio la più bieca: la paura del castigo“.
Un testo semplice, scritto in modo lineare, che aiuta il lettore ad addentrarsi dentro le singole espressioni del Credo con una maggiore consapevolezza di ciò che prega, professa, dice pubblicamente in Chiesa e privatamente.
Luis González-Carvajal, Il Credo spiegato ai cristiani un po’ scettici, Bologna, EDB, 2021, pp. 192, € 15,00.