Esperienza e narrazione condivisa,  Narrazione

Martin, Credere allo spirito selvaggio

Nastassja Martin, nata nel 1986, è antropologa diplomata presso l’École des Hauts Études e specializzata sulle popolazioni artiche.
La casa editrice Bompiani ha tradotto questo suo testo dopo un’inaspettata esperienza che la stessa giovane Autrice (classe 1986) ha vissuto. Nel 2015 Nastassja Martin, durante una missione antropologica tra i vulcani gelati della Kamčatka, viene attaccata da un orso che distrugge metà del suo volto. 
Lei reagisce e si mette a scrivere.
Quello che però forse serve sapere – nel leggere questo libro scrive Antonio Franchini nella Prefazione – è da dove vengono i concetti del confine, del margine, della liminarità tra due mondi così spesso evocati dalla Martin, capire come vedere l’umano che vede l’orso o l’orso che vede l’umano significa immaginare la reversibilità; descrivere un faccia a faccia o l’alterità, a priori radicale, è in realtà la più grande vicinanza, uno spazio in cui l’uno è il riflesso del suo doppio nell’altro mondo non è un pensiero paradossale creato da un incontro drammatico, non è il delirio innescato da uno di quei traumi che avevano possibilità di verificarsi solo all’alba dell’umanità: ma una ferita ancestrale che, anche se quasi più a nessuno è dato sperimentarla nella carne, tutti portiamo nella zona più oscura di noi“.
Il testo è suddiviso secondo le stagioni:
Autunno
Inverno
Primavera
Estate
“Da otto ore, forse più – racconta di sé la giovane antropologa – spero che l’elicottero dell’esercito russo riesca a fendere la nebbia per venire a pren- dermi. Quando l’orso è fuggito mi sono legata stretta la gamba con la cinghia dello zaino e Nikolaj, dopo avermi raggiunto, mi ha aiutato a fasciarmi il viso, mi ha rovesciato sulla testa le nostre preziose scorte di spirt che sono colate lungo le guance assieme alle lacrime e al sangue. Poi mi ha lasciato da sola...”.
Buona lettura! Merita.

Nastassja MartinCredere allo spirito selvaggio, Firenze, Bompiani, 2021, pp. 128, € 15,00.