Han, La società senza dolore. Perché abbiamo bandito la sofferenza dalle nostre vite
La nostra anima è ricoperta di una callosità che ci rende insensibili, non ricettivi nei confronti dell’Altro.
Byung-Chul Han, classe 1959 di Seoul, ha studiato Filosofia, Germanistica e Teologia cattolica a Friburgo e Monaco di Baviera. È stato professore di Filosofia e Studi culturali presso la Universität der Künste di Berlino.
Einaudi pubblica e traduce (a cura di Simone Aglan-Buttazzi) questo testo ricco di spunti e appunti riflessivi che meritano di essere letti.
“Oggi imperversa ovunque una algofobia – scrive Han nelle prime pagine del testo – una paura generalizzata del dolore. Anche la soglia del dolore crolla con rapidità. L’algofobia ha come conseguenza un’anestesia permanente. Si evita qualsiasi circostanza dolorosa. Persino le pene d’amore sono diventate sospette. L’algofobia si estende nell’ambito sociale. Ai conflitti e alle controversie che potrebbero condurre a confronti dolorosi viene riservato uno spazio sempre minore“.
Il testo è suddiviso in 12 capitoli:
1. La società senza dolore
2. Algofobia
3. Coazione alla felicità
4. Sopravvivere
5. Insensatezza del dolore
6. Astuzia del dolore
7. Verità del dolore
8. Poetica del dolore
9. Dialettica del dolore
10. Ontologia del dolore
11. Etica del dolore
12. L’ultimo uomo
“La vita priva di dolore e munita di costante felicità – evidenzia l’Autore di Seoul – non sarà più una vita umana. La vita che perseguita e scaccia la propria negatività elimina sé stessa. La morte e il dolore sono fatti l’uno per l’altra. Nel dolore, la morte viene anticipata. Chi vuole sconfiggere ogni dolore dovrà anche abolire la morte. Ma una vita senza morte né dolore non è umana, bensì non morta. L’essere umano si fa fuori per sopravvivere. Potrà forse raggiungere l’immortalità, ma al prezzo della vita”.
Byung-Chul Han, La società senza dolore. Perché abbiamo bandito la sofferenza dalle nostre vite, Torino, Einaudi, 2021, pp. 96, € 13,00.