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Cicatelli-Raspi, Perché insegnare ancora religione

Qual’è la più grande parrocchia in Italia? È la scuola.
Sergio Cicatelli è un docente di pedagogia e a lungo dirigente scolastico, unitamente ad altri incarichi, ed assieme a Luca Raspi docente di religione in Liguria e psicologo, con la San Paolo pubblicano questo testo che merita seria attenzione.
Sono trascorsi esattamente trent’anni – scrivono i due autori – dalla pubblicazione nel 1991 della Nota pastorale della CEI Insegnare religione cattolica oggi. In questo arco di tempo l’Irc (Insegnamento Religione Cattolica) si è assestato nel panorama scolastico italiano, mostrando una solidità che all’epoca forse non era del tutto immaginabile. Di fatto, in questi trent’anni, solo nel 2017 la Commissione episcopale per l’educazione cattolica ha ritenuto di dover scrivere una Lettera agli insegnanti di religione cattolica per dichiarare semplicemente la vicinanza ad essi in una data simbolica che, il 1 settembre 2017, segnava il passaggio al nuovo regime di qualificazione professionale voluto dalla revisione dell’Intesa del 2012“.

Il testo è suddiviso in 4 capitoli:

1. Il significato dell’Irc per la scuola
2. Il significato dell’Irc per gli alunni
3. Il significato dell’Irc per gli insegnanti
4. Il significato dell’Irc per la Chiesa

Nelle pagine che seguono – evidenziano i due autori – non si vuole ripercorrere o commentare il documento del 1991 ma promuovere una riflessione nuova e autonoma, che da quel testo trae spunto per andare avanti e riflettere sul significato che l’Irc può assumere da quattro distinti punti di vista: la scuola, gli alunni, gli insegnanti, la Chiesa”.
Un testo utile sia per i docenti di Irc, sia per gli educatori a tutto tondo per sentirsi parte attiva nell’educare i giovani.

Sergio Cicatelli – Luca RaspiPerché insegnare ancora religione, Milano, San Paolo, 2021, pp. 316, € 15,00.