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Nazzareno Presciutti, Un tumore, un padre, un fratello e…Dio

Vi sono libri di carta e libri di carne.
Questo è un libro di carne.

Nazzareno Presciutti, classe 1962, è l’Autore di questo testo che suggerisco vivamente di leggere e di divulgare. Sfogliando queste pagine non troverete trattati di teologia, né riflessioni argomentate sulla società di oggi. Niente di tutto questo.

Toccherete la carne viva di una famiglia: la famiglia Presciutti di Pianello di Cagli, in provincia di Pesaro-Urbino.
Nazzareno, uno di sei figli (quattro maschi e due femmine) entra in seminario a Fossombrone per studiare assieme al suo fratello Marco (oggi prete nella diocesi di Fano, vicario generale e parroco a Pianello congiuntamente ad altri impegni). All’età di 17 anni Nazzareno è costretto a interrompere gli studi al terzo anno di ragioneria. Un primo ricovero ad Ancona, poi a Milano. Il referto è duro: astrocitoma, un tumore che aveva provocato dei disturbi all’occhio, all’orecchio destro, alla gamba e alla mano sinistra.
Dopo aver fatto tutto il percorso di recupero, Nazzareno rientra a casa e conclude gli studi conseguendo il diploma di ragioniere.

Nazzareno, oggi, è dipendente nell’Ufficio ragioneria del Comune di Cagli con un contratto di Borsa Lavoro, continuando a vivere a Pianello assieme a suo fratello don Marco.

25 capitoli e 5 poesie.

La storia narrata in questo libro – scrive l’Autore nella Prefazione – è completamente vera. (…) Ho rivisto la mia vita con gli occhi ingenui, innocenti e e fantasiosi di un ragazzino nell’età dell’adolescenza al fine di intravedere un filo conduttore che sappia allacciare tra di loro tutti i vari avvenimenti che si susseguono“.

Quando un libro è di carne trasuda anche sangue, fatiche, delusioni, incomprensioni, fallimenti.
Finire però non è fallire.

È quanto l’Autore riporta nell’espressione di suo fratello don Marco nell’incitarlo con queste parole a pag. 70: “Tu hai vissuto per tanto tempo in uno stato di abulia quasi completa. Eri immerso in uno stato di semi-presenza che ti aveva allontanato da quella realtà che non volevi e non riconoscevi. (…) Questo però non ti deve affatto scoraggiare, semmai deve essere per te uno stimolo per riappropriarti di queste tue capacità con l’esercizio costante della tua memoria, come un atleta che deve ridare potenza e tono ad un suo muscolo in seguito ad un lungo periodo di inattività causato da un incidente“.

La vita di ogni persona è accidentata.
Sapersi rialzare da soli non è straordinario. Sapersi far rialzare da altri è ciò che lo rende unico.

L’Autore di questo testo, pertanto, ci offre degli spaccati di vita personali nei quali ognuno, a suo modo, potrà ritrovarsi e dire: è successo anche a me ciò che scrive Nazzareno Presciutti.

Nazzareno, Marco, Mario, Corrado, Lucia, Cinzia. Sei fratelli nati dalla radice di due genitori, riportati in copertina, di una generazione che non c’è più.
La profondità con la quale l’Autore scrive, con il quale vive oggi la sua vita, le sue relazioni maturano nel buio di quell’occhio chiuso ma aperto a una genuinità di vita, merce rara nel tempo attuale.

Prendere in mano questo testo, in definitiva, non è solo un gesto per leggerlo, ma una scelta per gustare un cibo che sa di vissuto autentico: parole che nutrono, pensieri che dissetano, memorie che sostanziano.

Grazie Nazzareno, grazie.

Per chi desidera acquistare il libro può scrivere una lettera indirizzata a:
Nazzareno Presciutti, Via Centro Pianello 43 – Pianello di Cagli – 61043 Cagli – PU

Nazzareno PresciuttiUn tumore, un padre, un fratello e…Dio, Lecce, Youcanprint, 2019, pp. 177, € 15,00.