
Campedelli, Il Vangelo secondo Dario Fo. Mistero buffo, ma non troppo
Fragile e suggestiva ipotesi che Gesù avesse fondato una compagnia teatrale itinerante fatta di pescatori, ex esattori delle imposte e donne, per trasmettere il suo messaggio rivoluzionario.
Marco Campedelli vive a Verona. Ha studiato Teologia a Verona e a Padova, e ha conseguito il Dottorato in Teologia presso l’Ateneo Sant’Anselmo di Roma con una tesi sul rapporto tra rito, poesia e teatro.
Con Claudiana editore pubblica questo testo a partire dal suo incontro con Dario Fo ripercorrendo l’opera del premio Nobel, in primis, Mistero buffo.
“E se Gesù avesse messo su una Compagnia? – scrive l’Autore nelle prime pagine interrogando Dario Fo -. Una Compagnia di che? Di teatro, si intende. «L’idea non è male». Così rispose Fo alla mia domanda. E proprio immaginando questo scenario, vorrei iniziare. Rimettere in scena il mondo. Questo era il suo compito. Certo, figlio d’arte, del più grande drammaturgo di tutti i tempi. Il Dio della Bibbia infatti aveva inventato il mondo in sette quadri, nello stile del cantastorie. «E fu sera e fu mattina, primo giorno», e così via per sette volte“.
Il testo è suddiviso in 21 capitoli:
- La creazione in sette quadri e senza pubblico
- La premiata Compagnia di Gesù di Nazareth
- Bonifacio VIII: la giostra del potere
- Ci vuole un bacio perché nasca il giullare
- Le nozze di Cana
- La risurrezione di Lazzaro
- Il Matto e la Morte
- Maria e le donne
- Maria alla croce
- Moralità del cieco e dello storpio
- Il Teatro del Nazareno
- Lu Santo Jullàre Françesco
- La fabbrica dei santi
- Lo luvo de Gubbio
- Françesco va da lu Papa a Roma
- Françesco sen’ va a morire
- La teologia teatrale di Gesù
- In quel tempo…
- Bianco e nero: Dio in televisione
- Giullarata per il cardinale
- Il Giullare divino
“Il più grande teatro del mondo – evidenzia l’Autore – nasce così in sette quadri. E soprattutto senza pubblico. Nessuno assiste a questa prima assoluta. Da qui nasce forse l’idea di regalo. Fare un regalo al mondo. Inventare la sorpresa. Per questo all’inizio c’era un grande e perfetto silenzio. Poi la parola, il suono della parola che taglia il cielo, avvita le stelle nella volta celeste, sagoma la terra, riempie il mare d’acqua. (…) Mettere in scena il mondo non deve essere stato facile. Non c’era prima un altro mondo. Era un’invenzione assoluta. Non si poteva copiare. Tutto era originale. Chissà l’emozione di questo primo drammaturgo divino! Quel giorno, il settimo, in cui tirò la tenda e fece apparire il mondo. No, non c’erano gli spettatori. O meglio, gli spettatori facevano parte dell’opera. Era dunque un guardarsi a vicenda per la prima volta”.
Marco Campedelli, Il Vangelo secondo Dario Fo. Mistero buffo, ma non troppo, Torino, Claudiana, 2021, pp. 143, € 12,90.

