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Manns, Mosè tra storia e midrash

Mosè ha potuto affrontare le tempeste del monte Oreb e del deserto, dialogare con Dio attraverso i lampi del Sinai e le fiamme del roveto ardente, perché era aperto all’amore:
«Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, tutta la tua anima e tutte le tue forze e il prossimo tuo come te stesso».

Fra Frédéric Manns (Windhorst 1942 – Gerusalemme 2021) uno dei massimi esperti del rapporto tra giudaismo e cristianesimo dei primi secoli. Ha appartenuto all’ordine francescano OFM, insegnando Giudaismo e Nuovo Testamento presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme.

La qualificata casa editrice Chirico pubblica questo testo centrato sulla figura di Mosè.

Mosè – si legge nell’Introduzione – è colui che conferisce al popolo di Israele la sua identità, che gli trasmette la Torah, ma resta un personaggio dell’Esilio, il cui percorso di vita si risolve in un insuccesso: non penetra nella terra promessa. Il più grande profeta che Israele abbia mai conosciuto muore in esilio. Vede la terra promessa da lontano“.

Il testo è strutturato in 2 parti per un totale di 16 capitoli:

Prima parte. L’uscita dall’Egitto
Seconda parte. Dio esiste: Mosè lo ha incontrato

Faremo – si evidenzia – una lettura dell’esodo alla luce della tradizione ebraica, più esattamente della tradizione sinagogale, con la possibilità di proporre una lettura attualizzante. (…) La liturgia ebraica descrive l’uscita dall’Egitto come un passaggio dalla schiavitù alla libertà, dalle tenebre alla luce e dalla tristezza alla gioia. I racconti biblici non sono neutri. Hanno integrato ogni genere di dibattiti. Bisogna continuamente attualizzarli. Fare un’analisi di questi testi non è mai irrilevante“.

Per l’acquisto diretto del testo.

Frédéric Manns, Mosè tra storia e midrash, Napoli, Chirico, 2017, pp. 156, € 20,00.