Fine vita,  Malattia & limite,  Narrazione

Cavallari, E adesso parlo io. Monologo liberamente tratto da un ragazzo in «stato vegetativo»

Alessandro non c’è più, è morto il 21 gennaio 2020.

Fabio Cavallari, giornalista e scrittore, ha realizzato alcune trasmissioni in qualità di autore per Radio Due e altre emittenti minori. Collabora con giornali, settimanali e con strutture pubbliche e private nei campi della comunicazione e della pubblicistica. 

Con la qualificata casa editrice Lindau pubblica questo testo su Alessandro Pivetta, che ha abitato a Pordenone.

Quando Fabio Cavallari ha iniziato a scrivere questo libro – sottolineano Giancarlo Pivetta, Loredana Beltrame, Tatiana Pivetta nell’Introduzione – Ale era ancora con noi. Ci conoscevamo da tempo. Avevamo fatto assieme addirittura un documentario sulla storia di nostro figlio e poi degli incontri pubblici nel Triveneto. A un certo punto abbiamo percepito l’esigenza di lasciare una traccia di quella che era stata la vita di Alessandro dopo l’incidente, di come la nostra famiglia aveva affrontato il dramma e di come quella «vita anomala» avesse creato relazioni e la possibilità di aiutare altre persone attraverso un’associazione che abbiamo fondato. E così, molto spontaneamente, in un giorno d’estate, mangiando all’aperto, con Fabio abbiamo deciso che era arrivato il momento di mettere tutto nero su bianco“.

Il testo è è suddiviso in 11 capitoli:

1. E adesso parlo io
2. Rido e mi girano anche…
3. «Stati vegetativi» di tutto il mondo unitevi!
4. Sono io che non comunico o siete voi che non sentite?
5. In dubio pro vita
6. I bambini non mi temono perché sono puri
7. L’arte di arrangiarsi
8. Le vacanze e il «tuca tuca»
9. Il capodanno e… l’Amore
10. Non passa la nottata
11. Vi ho fregati tutti e ho fottuto anche il Covid

Il 21 gennaio 2020 Ale è scomparso. In quei mesi – evidenziano Giancarlo Pivetta, Loredana Beltrame, Tatiana Pivettasi – stava debilitando e non ha retto all’ultima crisi. Dopo la sua dipartita abbiamo accantonato ogni pretesa, dovevamo cercare di riprendere una vita che per quattordici anni era stata segnata dalla sua presenza, dalla cura, dagli orari cadenzati, dalle vacanze in giro per il mondo con lui. Poi Fabio ci ha chiesto di vederci, voleva leggerci quello che aveva scritto sino a quel momento. Noi abbiamo accolto con ospitalità e piacere la sua visita, senza pensare minimamente di riprendere in mano quell’impresa. Eppure, l’imprevisto cambia sempre la storia. Fabio ha iniziato a leggere e quando abbiamo capito il tono con cui aveva impostato il libro, l’ironia che ci aveva messo e anche la provocazione con cui aveva affrontato l’argomento, ci è venuto naturale dirgli: «Vai avanti. Finisci il libro, saremo al tuo fianco nel presentarlo, nel farlo conoscere, nel ricordare a tutti Ale, esattamente come tu l’hai tratteggiato, attraverso le parole con cui hai voluto personificarlo». Sarà un libro utile, un monologo che scombinerà il campo del già detto e già sentito. Buona lettura a tutti, e per una volta accogliete l’idea che il protagonista sarà Ale, ancora una volta Ale“.

Fabio CavallariE adesso parlo io. Monologo liberamente tratto da un ragazzo in «stato vegetativo», Torino, Lindau, 2022, pp. 84, € 12,00.