Metamorfosi sociali,  Riflessioni,  Società

Bauman, Retrotopia

Sono gli anni della retrotopia.

Zygmunt Bauman (morto nel 2017) è stato uno dei più noti e influenti intellettuali del secondo Novecento, maestro di pensiero riconosciuto in tutto il mondo. A lui si deve la folgorante definizione della «modernità liquida». È stato professore emerito di Sociologia nelle Università di Leeds e Varsavia. 

La qualificata casa editrice Laterza editore pubblica e traduce dall’inglese (a cura di Marco Cupellaro) questo testo che merita attenzione: il futuro, da habitat naturale di speranze e aspettative legittime, si trasforma in sede di incubi: dal terrore di perdere il lavoro e lo status sociale a quello di vedersi riprenderle cose di una vita, di rimanere impotenti a guardare mentre i propri figli scivolano giù per il pendio del binomio benessere-prestigio, di ritrovarsi con abilità che, sebbene faticosamente apprese e assimilate, hanno perso qualsiasi valore di mercato.

Ho intenzione – scrive l’Autore – di compiere questo breve excursus ripercorrendo i meandri più significativi dei cinque secoli di storia dell’utopia moderna dopo Tommaso Moro, e provare a dipanare, illustrare e registrare alcune delle più significative tendenze di «ritorno al futuro» che si riscontrano in questa incipiente fase «retropica» della storia dell’utopia. In particolare, esaminerò la riabilitazione del modello di comunità tribale, il ritorno alla concezione di un io primordiale/primigenio predeterminato da fattori non culturali e immuni alla cultura e il sostanziale abbandono – sia nelle scienze sociali, sia nelle opinioni diffuse – della nozione che l’«ordine civile» possieda alcune caratteristiche essenziali che si presumono non negoziabili e sine qua non“.

Il testo è suddiviso in 5 ampli capitoli:

1. Ritorno a Hobbes?
2. Ritorno alle tribù
3. Ritorno alla disuguaglianza
4. Ritorno al grembo materno
5. Epilogo. Guardare avanti, per cambiare

Questi tre sviluppi – evidenzia l’Autore – non rappresentano un ritorno diretto e immediato a una modalità di vita praticata in passato: sarebbe semplicemente impossibile, come ha ben dimostrato Ernest Gellner. Essi rappresentano invece – per richiamare la distinzione concettuale proposta da Derrida – tentativi consapevoli di iterazione (e non reiterazione) dello status quo che esisteva, o si immagina esistesse, prima della seconda negazione, sulla base di un’immagine in ogni caso riciclata e modificata significativamente attraverso un processo di memorizzazione selettiva strettamente intrecciata all’oblio selettivo. Come che sia, nel tracciare la strada che porta a Retrotopia, i principali punti di riferimento sono gli aspetti veri o presunti del passato che, pur avendo dato buoni risultati, sarebbero stati inopportunamente abbandonati o irresponsabilmente mandati in rovina“.

Per l’acquisto diretto del testo.

Zygmunt BaumanRetrotopia, Bari, Laterza, 2020, pp. 180, € 10,00.