Ravaisson, Dell’abitudine, a cura di Mariagrazia Portera
Nell’opera di Ravaisson, in cui filosofia e arte sono profondamente legate, ogni abitudine è, perciò, estetica e l’estetico è sempre abitudine: entrambe sono esperienze in cui la libertà si fa corpo senza perdersi e il corpo si fa libero senza sciogliersi dai vincoli naturali.
Félix Ravaisson (1813-1900) è stato uno dei maggiori filosofi francesi dell’Ottocento.
Mariagrazia Portera, curatrice di questo libro, insegna Storia dell’estetica presso l’Università degli Studi di Firenze.
La qualificata casa editrice Morcelliana traduce dal francese (a cura di Anselmo Bussoni) e pubblica questo testo come una riflessione che, nell’epoca dell’estetizzazione diffusa, può aiutare a ripensare l’esperienza estetica.
“Nel quadro di una produzione non abbondante ma senz’altro articolata, multiforme, persino eterogenea – scrive la Curatrice nell’Introduzione – il testo sull’abitudine che ci apprestiamo a leggere emerge per tanti versi come l’esito più affascinante. Ravaisson, con la sua teoria dell’abitudine, è tornato di recente al centro del dibattito filosofico internazionale. A tutti i livelli e in chiave interdisciplinare, la vivace e contemporanea ripresa d’interesse per il grappolo di concetti che fa capo all’abitudine (habit, custom, héxis, ethos, consuetudo, Gewohnheit, ecc.) ha nel filosofo di Namur uno dei suoi riferimenti centrali”.
ll testo è così composto.
“La tesi che qui si intende sostenere – evidenzia la Curatrice – è proprio che interrogarsi sul ruolo di abiti e abitudini in estetica e sulla natura stessa dell’attitudine estetica umana in quanto abito/abitudine permette di rilanciare in modo inedito alcune delle questioni fondamentali della disciplina nella sua fisionomia moderna”.
Ravaisson, Dell’abitudine, a cura di Mariagrazia Portera, Brescia, Morcelliana, 2022, pp. 128, € 12,00.