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Scavo, Le mani sulla Guardia costiera. Come la politica minaccia l’indipendenza di una grande istituzione italiana

Ai danni di questa gloriosa istituzione italiana, capace ne­gli anni di salvare migliaia di vite, si sta infatti combattendo oggi una battaglia tutta politica finalizzata a minarne l’autonomia e a eroderne le competenze per mero consenso elettorale. 

Nello Scavo è inviato speciale di «Avvenire». Negli anni ha indagato sulla criminalità organizzata e il terrorismo globale, firmando servizi da molte zone calde come la ex Jugoslavia, il Sudest asiatico, i paesi dell’ex urss, l’America Latina, il Corno d’Africa e il Maghreb. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio cidu per i Diritti Umani – Ministero degli Esteri (2020) e Il Premiolino (2020).

Con la casa editrice Chiarelettere pubblica questo testo ricostruendo, per la prima volta, i patti segreti tra Stati di cui nessuno ha mai finora avuto le prove; raccoglie le testimo­nianze di ufficiali in pensione, infiltrati, gole profonde del sistema di accoglienza; e fornisce informazioni inedite e documenti ufficiali in grado di fare definitivamente luce su quel mondo oscuro che sfrutta la vita degli altri per alimentare senza scrupoli la propria sete di denaro e di potere.

“C’è un «principio non scritto – scrive l’Autore nel Prologo – che risiede nell’animo di ogni marinaio: quello di prestare aiuto a chiunque rischi di perdere la propria vita in mare». A dirlo non è stato il portavoce di una ong in polemica contro il governo, ma l’ammiraglio Giovanni Pettorino, penultimo comandante della Guardia costiera italiana. Era il 20 luglio 2018. Un anno prima, i boss del traffico di esseri umani in Libia si erano seduti al tavolo con emissari delle autorità italiane. Un viaggio tenuto segreto, nel quale l’Italia parlava di gestione dei flussi migratori e la controparte faceva i conti di quanto avrebbe potuto incassare”.

Il testo è suddiviso in 4 sezioni e relativi capitoli:

1a. Una guerra mondiale non dichiarata
2a. Libya Connection
3a. L’assalto della politica
4a. Nuovi assetti, vecchi abusi

“Per i tanti uomini della Guardia costiera – evidenzia Scavo – l’imprevista considerazione di Pettorino è suonata come un incoraggiamento. «In questi ultimi anni, a invarianza di risorse umane disponibili» ha ricordato l’ammiraglio, «il corpo delle capitanerie di porto è stato chiamato a far fronte a uno sforzo inedito, quello del soccorso prestato in mare a migliaia di persone in pericolo di perdersi, operando su un’area ampia oltre la metà della superficie del mar Mediterraneo.» Un impegno gravoso, «che abbiamo assolto nella piena consapevolezza di ben onorare il giuramento prestato, da ciascuno di noi, di osservare la Costituzione e le leggi». Dimostrando, una volta di più, quali siano quella vocazione e quell’abnegazione che non si possono barattare: «Uomini e donne che ogni giorno si impegnano per far sì che altri possano continuare a vivere».

Svelare questi intrighi di palazzo è però solo il punto di partenza di una complessa inchiesta che abbraccia una partita assai più ampia e che coinvolge mafie mediterranee, oligarchi russi, trafficanti di uomini e contrabbandieri di petrolio, per un giro di affari di miliardi di euro. 

Nello ScavoLe mani sulla Guardia costiera. Come la politica minaccia l’indipendenza di una grande istituzione italiana, Milano, Chiarelettere, 2023, pp. 176, € 15,00.