Bayes, La tavola di Gesù
“Nei vangeli Gesù certamente era un nomade, un vagabondo, si potrebbe dire. Non aveva una tavola sua e neppure un luogo dove poggiare il capo. Quando si sedeva lo faceva da ospite alla tavola di altri. Ma il mistero della nostra fede è che ora noi possiamo sederci alla sua tavola, la tavola del povero carpentiere costruita dallo Spirito, quella tavola che può cambiarci totalmente“.
Paul Bayes dal 2014 è il vescovo anglicano di Liverpool e partendo dalla paradigma della tavola, si racconta nel testo edito da Qiqajon La tavola di Gesù, una tavola inclusiva dove nessuno si debba sentire escluso.
Diviso in tre parti, il testo è un susseguirsi ed intrecciarsi della narrativa biblica della tavola come crocevia di arrivi e partenze, e della narrativa dello stesso Autori con ampi stralci del suo vissuto.
“Alla camera dei Lord – scrive l’Autore – è permesso andarsene da tavola dopo il pasto, se la conversazione non è soddisfacente. Alla tavola del carpentiere le cose durano più a lungo“. Un testo denso di interrogativi per il tempo attuale della Chiesa e di ogni persona che si siede alla tavola dell’eucaristia e di tanti che desidererebbero sedersi, ma per ora non possono.
A tal proposito si chiede Bayes e rilancia come provocazione: “Se noi crediamo che il povero carpentiere accolga tutti a sedersi e mangiare, perché non possiamo estendere quell’invito, ed estendere l’atto del servire il pasto alla sua tavola, ai non battezzati?“. Interrogativi come questi, e altri, saranno sempre più stringenti nella e per la Chiesa che verrà.
Paul Bayes, La tavola di Gesù, Magnano (BI), Ed. Qiqajon, 2020, p. 255, € 24,00.