Chiesa,  Resistenza a cambiare,  Sinodalità

Sartorio, Sinodalità. Verso un nuovo stile di Chiesa

Ugo Sartorio, frate conventuale, ha all’attivo una corposa produzione editoriale (con diverse case editrici) su molteplici temi della società e della vita ecclesiale. Una penna versatile che si fa capire senza difficoltà, capace di farsi leggere con fluidità. In questo suo ultimo testo, pubblicato con Àncora, affronta (quella che qui chiamo) la lente della sinodalità, contribuendo alla letteratura che sta crescendo in questo tempo, specie con il gesuita Bergoglio.
Uso l’immagine della lente perchè sono sempre più convinto interiormente che la sinodalità prima ancora di farsi prassi operativa è un modo di guardare, dunque di pensarsi e pensare, su come procede la vita oggi e in quale mondo viviamo, tutti, nessuno escluso. Come tanti termini che oramai sono giunti al capolinea nella vita della Chiesa oggi, vi è anche quello della sinodalità. Capolinea non come sinonimo fine-scomparso, ma come parole afone e mute nell’oggi: ovvero, che alla gente per strada, in metro, in treno, al supermercato, non dicono più nulla. Una grande fetta della terminologia e della grammatica ecclesiale si è usurata, senza avere più quei denti che la rendono mordente nella vita delle persone di oggi. Covid docet.
Sinodalità, termine ancor più di nicchia rispetto ad altri come comunità, fraternità, ecc., è uno di questi. “È troppo facile prevedere che nei prossimi anni – afferma Sartorio – esso – ovvero sinodalità come termine – sarà messo sotto pressione e sottoposto a torsioni non indifferenti, mentre assisteremo a un suo inarrestabile prendere piede in ogni discorso sia teologico che pastorale, e proprio per questo si dovrà fare attenzione affinché la circolazione massiccia e incontrollata non porti a un’altrettanto veloce svalutazione“.
Concordando con Sartorio, ho il fondato timore, però, che la svalutazione sia in atto da molto tempo. Nei libri qui recensiti avevo evidenziato, con plauso, la scelta dell’editrice Toscana Oggi di pubblicare la giornata di studio che le 18 diocesi toscane hanno vissuto nel 2019 riprendendo il discorso di papa Francesco alla Chiesa italiana a Firenze nel 2015, in quanto era migrato completamente in ombra. Se non era per quella frase dello stesso Bergoglio, detta il 30 gennaio 2021, a una rappresentanza dell’ufficio catechistico della Cei, credo che quella richiesta di Firenze sarebbe ancora rimasta in ombra (contento di essere smentito).
Solo il tempo ci dirà quale piega prenderanno le cose – afferma Sartorio – e come si bilanceranno e prassi ecclesiale“.
Alcuni capitoli di questo testo, come precisa lo stesso Autore, sono già stati pubblicati in riviste e pubblicazioni. Merita questo testo di essere letto e fatto oggetto di confronto nei molteplici luoghi di confronto ecclesiale, per cercare di mettere in circolo pensieri e pareri sui diversi interrogativi che l’Autore dissemina nel testo.
Ne scelgo uno, quando p. Ugo Sartorio si riferisce a coloro che sono “candidati al discernimento ecclesiale” nel prendere decisioni in parrocchia: “Non sono forse troppo impigliati in quel clericalismo alla rovescia che valuta un cristiano per quanto si impegna nello sponsorizzare e spalleggiare le attività (in genere liturgiche, catechetiche e caritative) del proprio parroco?”.
Avere cuori liberi e liberati è merce rara nel tempo di oggi, a partire da me prete, ma quando sento il suo gusto inedito, cerco sempre di più, e così ancora.
Auguro a questo testo di essere una lente che si avvicina sempre più ai nodi della vita ecclesiale e cercare di scioglierli con la vita concreta delle persone che da tempo hanno deciso di cercare senso alla propria vita in altri terreni e relazioni fuori la Chiesa. E chissà che il sinodo, così anelato da Bergoglio e ancora poco convintamente dall’episcopato italiano, sia l’occasione propizia per gettare l’ancora fuori il sagrato.

Ugo SartorioSinodalità. Verso un nuovo stile di Chiesa, Milano, Àncora, 2021, pp. 185, € 18,00.