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Bonafé, Senza perdere la tenerezza. Per una spiritualità critica e attiva

Per sostenere la durezza del male spesso occorre dargli una spiegazione, oppure occorre non pensarlo, cercare di non vederlo.
Fabio Bonafé ha insegnato nelle scuole superiori di lingua tedesca di Merano, Bolzano e poi anche nelle Università di Olomouc (Repubblica Ceca) e di Innsbruck (Austria) insegnando italiano.
Con Il Pozzo di Giacobbe pubblica questo testo dove cerca di recuperare una valenza laica, critica e attiva della spiritualità.
Due parole -scrive Bonafé nella Premessa – stanno quasi nascoste in questo libro, o sono pronunciate con un certo pudore: la prima è ‘spiritualità’ e la seconda è ‘amore’. Per secoli la ‘spiritualità’ è stata inglobata dalle religioni, che l’hanno anche vagliata, codificata, e in molti casi, censurata. La seconda parola ‘amore’, appare molto più liberamente utilizzabile e forse anche in questo si rivela essere la parola più abusata ed equivoca della storia umana“.

Il testo è strutturato in 7 capitoli (e relativi sottoparagrafi dei capitoli 6 e 7):
1. Non è una regola di vita.
2. Tenerezza.
3. Responsabilità.
4. Iniziativa.
5. Semplicità.
6. Esperienze, esperimenti, esercizi.
7. Approfondimenti e altre letture.

Il libro – evidenzia l’Autore – vuole richiamarne consapevolmente l’importanza, sapendo che altre capacità e virtù sono necessarie e belle: per esempio il coraggio, l’onestà e la solidarietà. Ogni libro è fatto di molti silenzi e tra i silenzi e le parole giocano i lettori“.

Fabio BonaféSenza perdere la tenerezza. Per una spiritualità critica e attiva, Trapani, Il Pozzo di Giacobbe, 2021, pp. 133, € 15,00.