Borgna, Alla finestra dell’anima. Creare relazioni dal volto umano
Un baratro è l’uomo e il suo cuore un abisso.
È una frase della Bibbia nel Salmo 63. Anche per chi è agnostico queste parole del Salmo sono come una staccionata che costringono a fermarmi perché il mio cuore è un abisso che non mi sarà possibile esplorare completamente. La vita è un tratto di strada che mi aiuta a conoscerne una piccola parte di questo abisso, per prendere consapevolezza che sono baratro a me stesso, e baratro con gli altri quando li considero mero strumento e non vero dono.
Il prof. Eugenio Borgna conosce bene sia il baratro, sia l’abisso che è nel cuore dell’uomo. La sua professione, ma ancora prima, la sua vocazione di farsi uomo ad ogni uomo, umano tra gli umani considerati disumani perché malati, ha la rara capacità di trasformare la staccionata da ostacolo a occasione.
Il testo che con piacere qui recensisco, per affetto e stima nei confronti del caro prof. Eugenio Borgna, raccoglie, per andar dietro al titolo, 32 finestre aperte dal prof. Borgna e pubblicate nella rivista Fatebenefratelli dal 2009 al 2019.
Grazie a Editoriale Romani ora sono condensate in un unico testo e disponibili al vasto pubblico perché possa beneficiarne interiormente.
“La fragilità – scrive Eugenio Borgna nell’introduzione – è tornata nel cuore della nostra vita da quando è apparso, dilagando in tutto il mondo, il coronavirus, che ha cambiato la nostra vita. Le fragilità dell’anima sono costituite non solo da quelle che sono malattie psichiche, che si curano con medicine, ma anche da quelle che hanno bisogno non di medicine, bensì di ascolto e dialogo“.
Il testo passa da una finestra esplorativa all’altra: dal silenzio alle parole che curano; dal morire di solitudine alla mitezza come apertura all’altro; dall’amicizia come dialogo all’aprirsi alla misericordia di Dio.
“La fragilità e la speranza – prosegue il prof. Borgna nel presentare il testo – sono temi che ricorrono negli articoli raccolti in questo libro. La speranza è come un ponte che ci fa uscire dalla solitudine e ci mette in relazione con gli altri, ma è anche dovere, ricerca infinita di senso. Si vive in un’epoca nella quale ci si rifiuta di guardare alla speranza che, nella sua apertura al futuro, all’avvenire, al cambiamento, rimette in crisi le realtà del momento. La speranza nasce e muore quando vuole, è a suo modo rivoluzionaria, perché non si spera solo per sé, ma anche per gli altri. La speranza ci aiuta a resistere alla tristezza, alle notti oscure dell’anima, alla malattia“.
Prima di chiudere le sue parole introduttive il prof. Borgna spalanca due porte sul medesimo sentiero della vita: la prima di san Paolo quando evidenzia che “nella Lettera agli Ebrei san Paolo non ha forse scritto che la fede è certezza delle cose sperate?“. E la seconda porta è con il grande Bonhoeffer che dice: “Quanto più un uomo osa sperare, tanto più grande sarà la sua speranza: l’uomo cresce con la sua speranza, soltanto se è Speranza su Dio ed è la sua unica forza“.
La presentazione al testo è di Massimo Angelelli.
Caro prof. Eugenio che il buon Dio la conservi ancora per lungo tempo, consapevoli che – come lei stesso ha saputo pennellare con la firma in dono nei libri in questi lunghi anni – non è la morte del corpo a dire la parole fine, perché ogni corpo incatenato da malattia e dolore c’è una sorgente di infinità infinita: l’anelito alla vita.
Suo G.R.
Eugenio Borgna, Alla finestra dell’anima. Creare relazioni dal volto umano, Savona, Editoriale Romani, 2020, p. 190, € 13,00.