Teologia

Naro, Alta fantasia. L’altra teologia di Dante Alighieri

Questo testo è la teologia poetica di Dante, la cifra della sua eccellenza rispetto alla Scolastica medievale.

Don Massimo Naro insegna teologia sistematica nella Facoltà Teologica di Sicilia a Palermo. Collabora con varie riviste teologiche, come Ho Theológos, Filosofia e Teologia, Ricerche Teologiche. Da tempo si dedica allo studio del rapporto tra letteratura e teologia.

Con la casa editrice Scholé, della Morcelliana, pubblica questo testo nel tentativo di invertire la tendenza rispetto al pregiudizio degli accademici del Medioevo più maturo, per i quali la verità è difficile molto più che bella, ragion per cui la poesia non sarebbe all’altezza di occuparsene.

A un lettore come me, che non è un dantista, o un dantologo – scrive l’Autore – riesce obiettivamente difficile proporre un vero e proprio commento della Commedia. Vorrei perciò azzardare una riflessione più che sui versi di Dante a partire da essi, per dare – da uno specifico punto di vista – una mia risposta a un interrogativo che da tempo ci si pone riguardo al sommo poeta: la sua poesia, specialmente nei canti della Commedia, ha veramente una qualche qualità teologica? E se sì, di quale indirizzo teologico è rappresentativo? Che tipo di teologo fu Dante Alighieri, se lo fu? A quale delle scuole teologiche medievali egli appartenne o, se non altro, fu vicino?“.

Il testo è suddiviso in 3 sezioni e relativi capitoli:

1a. Terzo testamento
2a. Difficile ma bella
3a. Pensare poetando

Si può certamente parlare di una teologia poetica di Dante – evidenzia l’Autore – altra, nelle forme e in taluni contenuti, dalla cosiddetta Scolastica, cioè dalla teologia ufficiale, quella accademica tardo-medievale. Ma se vogliamo in ogni caso includere Dante in una cordata teologica, dovremo annoverarlo fra i teologi che ancora, nel Medioevo, definivano la teologia come scientia amoris, sfidando una tendenza epocale, allora e da allora in poi egemone, che era quella secondo cui la teologia è – piuttosto – scientia fidei. E se vogliamo rintracciare una definizione di teologia nei versi dello stesso Dante, e in particolare nei versi del XXXIII canto del Paradiso, una definizione che sia proprio sua e non mutuata da questo o da quell’altro teologo scolastico, allora dovremo attingerla al verso 142, lì dove egli – alle prese con il mistero profondo e alto del Dio di Gesù Cristo, il Dio-Agape, il Dio-Amore – ammette d’aver dato ormai fondo alle risorse della sua «alta fantasia»: «A l’alta fantasia qui mancò possa»”.

Massimo NaroAlta fantasia. L’altra teologia di Dante Alighieri, Brescia, Morcelliana-Scholé, 2021, pp. 144, € 12,00.