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Caprio, Lo zar di vetro. La Russia di Putin

Dopo aver approvato, il 1° luglio 2020, le modifiche alla Carta costituzionale che gli permettono di rimanere presidente almeno fino al 2036 (se non a vita), il leader della nuova Russia è ormai chiamato il Putin eterno. 

Stefano Caprio è tra i fondatori dell’Istituto «S. Tommaso D’Aquino» di Mosca, insegna teologia all’Istituto di Scienze Religiose «Giovanni Paolo II» di Foggia e tiene corsi al Pontificio Istituto Orientale di Roma.

Con la prestigiosa casa editrice Jaca Book pubblica questo volume, assieme a un testo di Giovanni Codevilla, dove riflette sul fatto che Putin non è più un leader reale, ma un’istituzione codificata e immutabile, un’entità astratta di una Russia che si vuole ridotta all’eterna ripetizione di sé stessa.

Non è facile – scrive l’Autore – definire i contorni e le prospettive della Russia alla fine del 2020, anno della grande pandemia, destinata a modificare molte situazioni e molte problematiche a livello locale e mondiale. Dopo un trentennio dalla fine dell’Unione Sovietica, e un ventennio abbondante di presidenza/governo di Vladimir Putin, il Paese eurasiatico è insieme profondamente cambiato, e pervicacemente attaccato al suo passato. Si potrebbe dire che la Russia di oggi cerca in ogni modo di essere la Russia di sempre. La riscoperta delle proprie radici e delle più grandi realizzazioni della sua storia millenaria è indubbiamente l’anima, e l’impegno, della Russia putiniana“.

Il testo è suddiviso in 4 capitoli:

Introduzione. Dove va la Russia?
1. La fine del putinismo
2. La crisi economica russa negli anni delle guerre, delle sanzioni e del coronavirus
3. La chiesa ortodossa russa e la sinfonia perfetta
4. L’anima russa e l’intelligencija
– La riforma della Costituzione, di Giovanni Codevilla.

Il ‘mondo russo’ – evidenzia l’Autore – è oggi la definizione preferita dallo stesso Putin e dal patriarca di Mosca, Kirill, di un Paese che ancora sta cercando la sua nuova identità. Il periodo sovietico è stato molto più breve delle “Russie” plurisecolari che l’hanno preceduto, ma per l’intensità e la universalità della sua influenza non è stato certo da meno. Dovremmo forse ammettere che la Russia attuale non è altro che una “Russia post-sovietica”, o forse meglio “neo-sovietica”, che ancora fa i conti con l’eredità novecentesca; del resto, tutti gli attuali leader politici, religiosi ed economici sono di derivazione sovietica, per motivi anagrafici, sociali e semplicemente psicologici. Non c’è ancora veramente una “nuova Russia”, una quinta ipostasi, e non si vedono per adesso segnali che l’annuncino. La Russia di Putin vuole anzitutto ricucire lo strappo della fine dell’impero sovietico, che ha cancellato tutta la sua grandezza non solo geo-politica ed economica, ma anche ideologico-culturale. La transizione dall’ateismo militante alla rinnovata Ortodossia militante, la cosiddetta “rinascita religiosa”, è il fenomeno più significativo e contraddittorio dell’ultimo trentennio; mai, in nessun Paese del mondo, era avvenuto un simile fenomeno di perdita e riacquisto della fede“.

Stefano CaprioLo zar di vetro. La Russia di Putin, Milano, Jaca Book, 2020, pp. 298, € 20,00.