Adolescenti,  Disagio psichico mentale,  Ritiro sociale

Vicari-Pontillo, Adolescenti che non escono di casa. Non solo Hikikomori

Non chiedono aiuto né accettano facilmente di riceverlo e l’unico contatto con il mondo esterno è internet. Ma non sono le nuove tecnologie la causa del loro ritiro sociale.

Stefano Vicari insegna Neuropsichiatria infantile nell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e dirige l’Unità operativa complessa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. 

Maria Pontillo, psicoterapeuta, è dirigente psicologo presso l’Unità operativa complessa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. 

Con la casa editrice Il Mulino pubblicano questo saggio molto interessante avvalendosi di storie vere, raccontano questo disturbo sempre più diffuso, le forme che assume e spiegano quali sono i campanelli di allarme e gli interventi possibili.

La psicologia – scrivono gli Autori – si occupa da molti anni del ritiro sociale. Ad esempio, nella prima metà del XX secolo, esperti in psicologia dello sviluppo come George Herbert Mead, Charles Cooley e Jean Piaget sottolineavano l’importanza di studiare le relazioni tra pari nell’infanzia richiamando, tuttavia, l’attenzione proprio su quei bambini che non interagivano spesso con il gruppo e, anzi, ricercavano la solitudine“.

Il testo è suddiviso in 6 capitoli:

1. Quando uscire e stare con gli altri diventa un problema: il ritiro sociale
2. Il ritiro sociale a seconda dell’età
3. Da dove nasce il ritiro sociale
4. Modi diversi di intendere il ritiro sociale: il fenomeno Hikikomori
5. I campanelli d’allarme
6. Gli interventi possibili

All’interno del testo si parla del progetto MèTa, nato per accogliere in un’unica esperienza i giovani in terapia presso il centro ReTe e gli allievi dei percorsi teatrali formati dall’associazione Dynamis. Attraverso l’organizzazione di uscite in montagna, Méta offre l’esperienza della natura come spazio di condivisione e collaborazione tra giovani adolescenti, un modo per stare insieme e uscire dall’isolamento e imparare a riconoscere e gestire le proprie emozioni.

La vera minaccia per cui gli adolescenti non escono di casa è perché sentono di doversi proteggere dal giudizio degli altri. 
Su questo c’è tanto, molto, da riflettere e da operare in forma congiunta e collaborativa.

 Vicari-PontilloAdolescenti che non escono di casa. Non solo Hikikomori, Bologna, Il Mulino, 2022, pp. 132, € 12,00.