Scotto di Luzio, L’equivoco don Milani
Domanda: perché il massimo di attese democratiche riguardo alla scuola vengono riversate su un uomo che detestava la scuola pubblica?
Adolfo Scotto di Luzio è professore di Storia della pedagogia all’Università di Bergamo. Ha una lunga esperienza di ricerca nell’ambito della storia della cultura e delle istituzioni educative.
Con la qualificata casa editrice Einaudi pubblica questo testo riflettendo in modo inedito e interessante sulla figura di Don Lorenzo Milani.
“È l’allontanamento da San Donato di Calenzano – scrive l’Autore nell’Introduzione – alla fine del 1954, e la sua destinazione a Barbiana, a causargli la ferita più profonda. Don Milani reagisce impiantando una scuola destinata a diventare famosa in tutto il mondo”.
Il testo è suddiviso in 8 capitoli:
1. Il problema don Milani
2. La povertà
3. Odor di miccia
4. Riformare il popolo
5. Nel nome di Gianni
6. La lingua dei diseguali
7. La lingua degli uguali
8. Il collasso del discorso educativo italiano
“Due in particolare – evidenzia l’Autore – sono gli accadimenti che contano ed entrambi riguardano la cultura della sinistra italiana, che anche così rivela una volta di più la notevole capacità di assicurare alla storia repubblicana la sua provvista di narrazioni mitiche”.
L’Italia ha imparato a comprendere la sua scuola in termini che le sono profondamente ostili. È questo il lascito di don Milani. E sta qui il nucleo di un equivoco che accompagna il nostro discorso educativo dagli anni Settanta in avanti. Ebreo convertito al cristianesimo e prete in odio alla borghesia, che nella Chiesa aveva aperto un’aspra polemica in nome dei poveri, don Milani sembrò incarnare una potente richiesta di cambiamento.
Adolfo Scotto di Luzio, L’equivoco don Milani, Torino, Einaudi, 2023, pp. 140, € 12,00.