Carcere,  Criminalità,  Educare alla legalità,  Riflessioni & meditazioni

Giunti-Lomunno, E-mail a una professoressa. Come la scuola può battere le mafie

La scuola come principale e indispensabile strumento per sconfiggere la criminalità di stampo mafioso.

Giuseppe Giunti è frate minore conventuale. Svolge il servizio educativo nella scuola pubblica come docente di IRC, dalle Medie al Liceo classico, nella pastorale giovanile in parrocchia a Torino, a Genova e ad Assisi. È formatore itinerante delle cooperative sociali Coompany& e Coompany2 presso il carcere San Michele di Alessandria, e accompagna da anni uomini in carcere che hanno deciso di fornire il loro contributo per la lotta al crimine organizzato, i collaboratori di giustizia.

Marina Lomunno, nata a Torino, sposata, una figlia, giornalista professionista, è coordinatore redazionale del settimanale diocesano di Torino «La Voce e il Tempo». Laureata in lettere moderne con una tesi sulla comunicazione della Chiesa torinese dal Concilio Vaticano II a Giovanni Paolo II, dal 1990 collabora con il quotidiano «Avvenire» e altre testate cattoliche.

Con la qualificata casa editrice Effatà pubblicano questo testo come testimonianze e riflessioni sulla scuola scritte da persone che hanno vissuto il carcere, che collaborano con la giustizia e che, grazie all’istruzione, hanno ricostruito la propria esistenza. La scuola senza muri fisici e senza mura culturali.

“Questa – scrivono gli Autori nell’Introduzione – è una pubblicazione a più voci: non è un manuale, non è un trattato, non è una chiacchiera sulle carceri. Nasce dalla vita concreta, dall’esperienza di uomini e donne che si sono incontrati in carcere e fuori dal carcere. Si sono ascoltati, conosciuti e ora desiderano narrare un pezzo della propria vita, perché sono “niti «dentro». Da tempo la galera, in tutte le sue sfaccettature, è “nalmente emersa dalla penombra dove era relegata. Città e carcere erano separate, non comunicavano. Le nuove carceri sono state costruite fuori, ai margini delle città. Una scelta urbanistica specchio della cultura dominante: se non ci si vede non ci si conosce; se non ci si vede non ci si innamora”.

ll testo è suddiviso in 10 capitoli.

“Ogni breve capitolo – evidenziano gli Autori – si apre con una frase tratta da Lettera a una professoressa di don Lorenzo Milani. Sono frasi scelte perché espressioni forti e signi”cative della visione che don Milani elaborò per e con i suoi ragazzi di Barbiana. Abbiamo deciso di ispirarci a don Milani anche perché quest’anno si celebra il centenario dalla sua nascita e il suo messaggio dopo decenni rimane attualissimo e, purtroppo, ancora incompiuto”.

Prefazione di Maria Teresa Pichetto.
Postfazione di Elena Lombardi Vallauri.

Giuseppe GiuntiMarina LomunnoE-mail a una professoressa. Come la scuola può battere le mafie, Cantalupa, Effatà, 2023, pp. 76, € 10,00.