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Bonato, Cipriano di Cartagine. Un vescovo sapiente e coraggioso in tempo di persecuzione

Cipriano di Cartagine, protagonista dell’azione pastorale nel decennio tra 248 e il 258.

Antonio Bonato è presbitero della diocesi di Vicenza; ha conseguito il dottorato in scienze patristiche presso l’Augustinianum di Roma (1982). È stato docente di patrologia nel Seminario Teologico di Vicenza e nella Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano. 

Con la qualificata casa editrice Edizioni Messaggero Padova e in coedizione con la Facoltà Teologica del Triveneto pubblica questo testo nella collana Sophia-Epistēme, Studi e ricerche n. 26.

“L’interesse per la figura di Cipriano e il confronto con il trattato De mortalitate – scrive l’Autore nella Premessa – si sono imposti durante il periodo di pandemia, in cui il contagio ha colpito persone di ogni età su larga scala e ha comportato notevoli limitazioni alla libertà dei singoli, delle comunità e delle istituzioni. L’esperienza della peste, vissuta e testimoniata dal vescovo cartaginese in questo opuscolo, mi ha offerto l’occasione per riflettere sulle cause, sui rimedi e sulle prospettive indicate dal pastore africano. Ho potuto così misurarmi con il pessimismo che ha condizionato le aspirazioni e le speranze del III secolo, e ho potuto meglio individuare l’orizzonte culturale e spirituale dei cristiani, testimoni di un’epoca di angoscia”.

Il testo è suddiviso in 5 capitoli:

1° L’EPOCA E IL CONTESTO STORICO-ECCLESIALE DEL III SECOLO
2° DE MORTALITATE
3° DE OPERE ET ELEEMOSYNIS
4° DE HABITU VIRGINUM
5° DE LAPSIS

L’opera del vescovo Cipriano manifesta un’attualità esemplare nel saper mantenere un dialogo continuo tra gli eventi e la capacità umana di cercare significati più profondi alla luce della fede in Cristo. Nel De mortalitate intraprende un’indagine assai acuta sulla condizione creaturale dell’uomo; nel De opere et eleemosynis tratta della carità fraterna e della solidarietà in tempo di prova e di carestia, denunciando il pericolo di rilassamento dei costumi.

Il De habitu virginum ribadisce l’importanza della disciplina come fondamento della vita ascetica. Nell’impegno a far ripartire la vita ecclesiale dopo lo shock delle persecuzioni di Decio, con il De lapsis, Cipriano si mostra prudente nell’affrontare lo spinoso problema degli apostati (lapsi), invitando i responsabili a riconciliarsi con Dio.

“L’attenzione sempre più marcata allo stile di vita del cristiano – evidenzia l’Autore – ha quindi comportato una particolare attenzione al contegno sobrio e decoroso delle donne e, in particolare, delle vergini consacrate nel De habitu virginum, in cui l’autore condanna l’ostentata ricerca del lusso e di un abbigliamento sfarzoso e appariscente, volto a sedurre, più che a edificare. Infine, la presa di posizione nei confronti degli apostati, nel De lapsis, mi ha permesso di focalizzare l’attenzione sulla responsabilità ecclesiale e sulla sollecitudine pastorale di Cipriano, il quale, in tale difficile frangente, ha esercitato la sua autorità di pastore e ha dimostrato straordinario equilibrio, prudenza e saggezza, evitando da un lato gli estremi del rigorismo e del lassismo, e cercando dall’altro soluzioni condivise a livello ecclesiale”.

Antonio BonatoCipriano di Cartagine. Un vescovo sapiente e coraggioso in tempo di persecuzione, Edizioni Messaggero Padova, 2024, pp. 198, € 20,00.