Emigrazione,  Migranti,  Studio dei popoli migranti

Salerno-Violi, Stranieri nel ricordo. Verso una memoria pubblica delle migrazioni

Dalla finestra della sua canonica-scuola sul Monte Giovi, il Priore vedeva lontano, appuntando questa frase come consegna ai suoi ragazzi: “Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora io reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri”.
Don Lorenzo Milani, il Priore di Barbiana, ha visto partire alcuni dei suoi ragazzi verso paesi lontani, loro che erano destinati a pascolar mucche o chiusi in orfanotrofi della Toscana. Alcuni di loro, come Francesco Gesualdi, sono il riverbero vivo di don Milani (suo fratello Michele è morto nel 2018).
La mia mente è corsa sul Monte Giovi, dove sono stato tanti anni fa con un gruppetto di giovani appena ordinato prete, quando ho preso in mano questo libro curato da Daniele Salerno, ricercatore all’Università di Utrecht e di Buenos Aires, e dalla professoressa Patrizia Violi che insegna Semiotica all’Università di Bologna.
Che cosa fa convergere il lavoro e la ricerca dei Curatori di questo testo edito da Il Mulino? “L’obiettivo della raccolta – spiegano Salerno e Violi – è offrire diverse prospettive sulle memorie delle migrazioni, cogliendole nei diversi momenti del loro ciclo di vita culturale: dalla raccolta alla conservazione, dalla cura ai momenti di latenza e rimozione, dalla riscoperta alla trasmissione“.
Per innervare questo loro progetto hanno coinvolto 8 studiosi sul tema delle emigrazioni che, assieme ai loro 2 contributi, compongono l’intera opera.
Come la parola ‘straniero’ – evidenziano i curatori del testo – anche le parole ‘immigrato’ ed ‘emigrato’ racchiudono e condensano una relazione. Si è infatti ‘immigrato’ rispetto alla comunità in cui si arriva ed ‘emigrato’ rispetto a quella da cui si parte. Chi migra è sempre entrambe le cose a uno stesso tempo“.
Il Museo dell’emigrante nella Città di San Marino è stato il crocevia di lavoro dei curatori del libro, come un immergersi nel “retroscena delle memorie“, nella feconda collaborazione tra il Dipartimento di Studi Umanistici e il Centro di ricerca sull’emigrazione dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino.
Per chi come me si occupa di memoria – scrive la professoressa Violi – l’archivio presso il Centro di ricerca sull’emigrazione dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino rappresenta una piccola ma preziosa miniera per interrogare il passato“.
30 anni fa come oggi, l’8 marzo del 1991, una massa infinita di uomini, donne, bambini, anziani fuggivano dall’Albania verso l’Italia. Salerno ha studiato tale fenomeno della migrazione nella duplice rappresentazione: “il racconto della massa e la focalizzazione sul singolo“. Foto scelte dal curatore e disposte lungo il testo sono la memoria fissata per le generazioni avvenire.
Mi congratulo con i curatori Salerno e Viola per aver maturato, pensato, realizzato, consegnato al lettore questo testo, perché ritengo che ciascuno di noi dovrebbe dedicare del tempo come fa la professoressa Viola: occuparsi di memoria per non essere mai stranieri nel ricordo.

Daniele Salerno – Patrizia Violi (curr.)Stranieri nel ricordo. Verso una memoria pubblica delle migrazioni, Bologna, Il Mulino, 2020, pp. 285, € 23,00.