Centro Astalli,  Dignità restituita,  Migranti forzati,  Rifugiati

Ripamonti (con Chiara Tintori), La trappola del virus. Diritti, emarginazione e migranti ai tempi della pandemia

Se vuoi conoscere un luogo, lo devi attraversare. Se vuoi incontrare le persone che lo abitano, le devi guardare negli occhi.
Una quindicina di gradini separano dal mondo esterno, che corre sopra, ai sotterranei del Centro Astalli di Roma (Via degli Astalli 14a). Se li discendi, nel risalirli non puoi essere la stessa persona. Il Centro Astalli è il Servizio dei Gesuiti per i rifugiati e che, lo scorso anno, ha tagliato il traguardo dei 40 anni di impegno a servizio della persona e della sua dignità.
Questo libro, scritto da p. Camillo Ripamonti, gesuita e presidente del Centro Astalli, assieme a Chiara Tintori, è un testo da leggere, meditare, diffondere, lasciare che ti interroghi lì dove vivi e, soprattutto, come vivi.
Pubblicato con Edizioni Terra Santa il testo è uno spaccato nel vasto (poco e mal conosciuto) ‘mondo’ dei migranti forzati, dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico. E sino a quando continuerà ad essere considerato ‘mondo’ a parte, troverà ostacoli – di ogni tipo – per essere considerato e trattato come un unico mondo coperto dallo stesso cielo che sta sulle nostre teste.
Eppure, come dice giustamente p. Ripamonti “il coronavirus non ci ha trovato tutti uguali e non ci ha resi tali. Sarà che le ‘barche’ non sono uguali per tutti – a proposito dell’espressione siamo tutti sulla stessa barca così in voga – oppure che sulla stessa imbarcazione dell’umanità abbiamo alimentato diseguaglianze che rendono il destino comune quasi un’illusione, tant’è che per le persone che vivono ai margini, per gli invisibili, la pandemia è stata una vera e propria trappola“.
Andare al Centro Astalli (di Roma e delle altre sedi in Italia) deve essere una scelta, non una passeggiata-visita. Scegliere di servire agli Astalli significa scegliere di servire la persona così come essa è e non come la vorresti. Altrimenti è bene che cerchi altrove.
Quando imperversava lo slogan #iorestoacasa – si domandano i due co-autori – come se la sono cavata quelle persone che la casa non ce l’hanno? Quale dignità può essere riconosciuta a chi non vede garantiti, per sé e i propri cari, i diritti al cibo e alla salute?“.
Il Centro Astalli, prima ancora di un luogo, è un volto, l’insieme di volti. Come quello di Mohamed, e con lui di tanti che scappano dalla guerra e morte certa. In questo libro dice di sé, ripensando al suo arrivo in Italia:
Mi chiedevo, come si può avere paura di me? Di un uomo che non mangia da tre giorni? Poi un giorno si è avvicinata una donna e mi ha parlato in italiano, credo. Non capivo. Allora ha provato con l’inglese. Mi ha chiesto se avessi bisogno di aiuto. Mi ha lasciato un foglietto con l’indirizzo della mensa: Vai a mangiare lì, ti aiuteranno. Quel biglietto ce l’ho ancora, mi aiuta a ricordare a distanza di anni qual è stata la prima persona gentile che ho incontrato in Italia“.
La mensa è quella del Centro Astalli, e con la mensa tanti altri servizi, tutti rivolti a restituire dignità alla persona. Quella che la persona, sovente, si dimentica di avere e di dare quando cammina sul marciapiede vicino all’altare della Patria a Roma. Eh si, perché provvidenza vuole che nella capitale il Centro Astalli – guarda caso! – è vicino al monumento che ricorda l’amore per la propria patria difesa, quando donne, uomini, bambini la loro patria non la potranno più vedere, perchè negata.
Come non condividere quanto scrive, nella Prefazione, Gherardo Colombo? “E se mi viene da ringraziare con calore il Centro Astalli per l’attività che, anche sopperendo alle mancanze dello Stato e degli enti locali, svolge per salvare tanti invisibili, non posso nascondere la profondissima amarezza perché, a così tanti anni dall’entrata in vigore della Costituzione, questa sia vera più sulla carta che non nelle concrete esperienze di vita quotidiana“.
Al Centro Astalli ci sono stato per diversi mesi e mi sento di casa, ti fanno sentire di casa. Un sito on line è come una porta sul sentiero: per sentire il passo del tuo piede, devi discendere i quindici gradini.
centroastalli.it

Camillo Ripamonti (con Chiara Tintori)La trappola del virus. Diritti, emarginazione e migranti ai tempi della pandemia, Milano, Edizioni Terra Santa, 2021, pp. 112, € 12,35.