Antropologia contemporanea,  Chiesa,  Giovani

Istituto Toniolo, La condizione giovanile in Italia. Rapporto giovani 2021

Il bivio è arrivato.
È il 2020, che nella storia sarà marchiato a fuoco come l’anno del Covid.
Rispetto ai giovani l’anno 2020 segna una linea di demarcazione, ed è questa: perchè, come, con chi la società decide di crescere con i giovani.
Negli anni passati – anche nella Chiesa – ha predominato la logica del fare qualcosa per i giovani, accennando un protagonismo quasi mai decollato. Perché? Perché si è cercato come pastorale ecclesiale di intagliare un abito prodotto dagli adulti e indossato dai giovani, portando a un progressivo rifiuto e rigetto.
L’abito dismesso e rigettato si è visto innanzitutto nelle liturgie, nelle Messe domenicali: il punto non è celebrare a misura di giovani, ma che in generale il celebrare è ripetitivo di sé senza consegnare un senso su cui pensare, riflettere, decidere.
E allora i giovani, questo senso giustamente, lo vanno a cercare altrove.
La questione cruciale per la Chiesa che verrà, dunque, non è nell’andare a cercare i giovani, ma nel ri-cercare e ri-trovare come parrocchia il suo senso qualitativo nel tempo attuale. Ovvero: qual’è il significato della parrocchia nel territorio? Prima di rispondere per testimoniare Cristo Gesù alle persone di oggi (giusto), c’è da fare tutto un cammino di bonifica e deforestazione su un retaggio di linguaggi, percorsi, gesti che la parrocchia continua a portarsi dietro pensando che sia la tradizione, quando invece non lo è.
Di solido e ancorato c’è Gesù e il Vangelo. E guarda caso entrambi questi punti, dai giovani, non sono rigettati perché lì l’uomo non c’ha messo le mani. Sono autentici. E dove c’è profumo di autenticità, il giovane vi si incammina.
Questa ampia premessa per dire che questo volume, edito da Il Mulino, nel Rapporto Giovani 2021 dell’Istituto Giuseppe Toniolo (100 anni di storia, 1921-2021) è il bivio che emerge, senza più rimandi e deleghe, dal giovane di oggi.
O la Chiesa sceglie – non più di organizzare qualcosa per loro – ma di crescere con i giovani con modalità inedite, forme da sperimentare, accompagnamenti da provare mettendo al centro la storia di vita dell’adolescente e del giovane, ascoltandoli senza giudicarli, senza censure, senza veti, dando loro un ritorno su quanto ascoltato, che si sentano voluti bene (prima ancora che utili ai Grest) e lasciando che Dio continui a lavorare in loro, oppure la partita Chiesa-giovani è persa.
Tutto questo, oggi, non può essere più pensato solo in e dalla parrocchia, ma in un circolo virtuoso e fecondo sul territorio dove la parrocchia è una fra tanti e non la sola (sino a quando il parroco non si pensa al plurale, si assiste all’insignificanza della Chiesa nel territorio, anche se in estate fa un Grest di 150 ragazzi).
Il pensarsi singolo-single del prete è uno dei temi-sfida per la formazione della Chiesa che verrà, perché nella vita delle persone non c’è solo la fede, Dio, la preghiera ma c’è tanto altro. Se il prete vede solo la prima parte, continuerà a vedere da solo e non insieme.
Il volume, con l’introduzione di Alessandro Rosina docente di Demografia alla Cattolica di Milano, è strutturato in 3 parti, per un totale di 10 capitoli e 21 Autori dei contributi qui riportati (accennati):

Prima parte: i percorsi individuali
1. Ripensare la scuola nell’epoca del Coronavirus.
2. Scelta universitaria e orientamento al futuro al tempo del Covid.
3. Il futuro tenuto a distanza: progetti di vita in sospeso.
4. La scelta di partecipare. Esperienze di cittadinanza.

Seconda parte: le differenze sociali di genere e territoriali
5. Transizione dell’età adulta e benessere.
6. Il peso della povertà sulle giovani generazioni.
7. Essere Neet dopo i 30 anni (ovvero disoccupati e inattivi)
8. Giovani, solidarietà e reti sociali in zone vulnerabili del Sud in tempo di Covid.

Terza parte: approfondimenti
9. Giovani e vita comune: con gli altri verso se stessi.
10. I consumi alimentari: che cosa cambia nella pandemia?

Questo volume rappresenta un prezioso paniere di snodi molto importanti che provengono dal vissuto dei giovani perché gettano lo sguardo oltre il sagrato, la sacrestia, l’Oratorio, la Messa e portano sul tavolo della Chiesa ambiti e ambienti di vita di ogni giovane.
Alcune Diocesi iniziano ad avviare percorsi e cammini sinodali perché hanno intuito che quelle che anni fa Bergoglio chiamava periferie, non sono ambiti per impallinati del sociale e dei poveri, ma rappresentano la possibilità per la Chiesa, di oggi, di essere significativa. Pena l’insignificanza reale (ovvero non incide più il vissuto delle donne e degli uomini di oggi, ma solo i 45 minuti della Messa di sempre meno persone). Gesù e il Vangelo non sono solo in 45 minuti.

Istituto Giuseppe TonioloLa condizione giovanile in Italia. Rapporto giovani 2021, Bologna, Il Mulino, 2021, pp. 329, € 25,00.

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