Said, La pace possibile. Riflessioni, critiche e prospettive sui rapporti israelo-palestinesi
Un cammino difficile ma inevitabile per non vedere soffocata nel sangue ogni speranza di convivenza e coabitazione.
Edward W. Said (Gerusalemme, 1935 – New York, 2003) è stato scrittore, critico e professore di Inglese e di Letteratura comparata alla Columbia University di New York e ha insegnato in più di 150 università e scuole negli Stati Uniti, in Canada e in Europa. I suoi scritti sono apparsi regolarmente su The Guardian, Le Monde diplomatique e Al-Hayat.
La qualificata casa editrice Il Saggiatore traduce dall’inglese (a cura di Antonietta Torchiana) e pubblica questo testo, il quale era convinto che un intellettuale si scredita quando si mostra troppo comprensivo nel giudicare la propria parte, ed è a questa convinzione che si è dedicato nelle sue ultime riflessioni.
“Gli scritti raccolti in questo volume – scrive Tony Judt nella Prefazione – risalgono a un periodo che va dal dicembre 2000 al luglio 2003 e ci conducono quindi dalla fine del decennio di Oslo, dall’inizio della seconda Intifada e dal crollo del “processo di pace”, attraverso la nuova occupazione israeliana della Cisgiordania e di Gaza e la strage dell’11 settembre 2001, fino alla rappresaglia americana in Afghanistan e alla lunga preparazione dell’attacco statunitense all’Iraq: trentadue mesi particolarmente turbolenti e sanguinosi. In questo periodo Edward Said scrisse con regolarità e passione a proposito dell’allarmante situazione mediorientale, pubblicando almeno un articolo al mese e a volte anche di più, nonostante il peggioramento delle sue condizioni di salute (cui non si fa cenno in questi scritti fino all’agosto 2002, quando vi si allude fugacemente)”.
Il testo è strutturato in 3 parti e relativi capitoli:
1a parte. L’inizio della seconda Intifada e il fallimento di Clinton
2a parte. L’11 settembre, la guerra al terrorismo, la nuova invasione di Gaza e della Cisgiordania
3a parte. Israele, l’Iraq e gli Stati Uniti
“Edward Said era così importante – evidenzia Judt – : per trent’anni, quasi da solo, ha mantenuto aperto in America un confronto su Israele, la Palestina, i palestinesi, e così facendo ha fornito un servizio di valore inestimabile, anche correndo un notevole rischio personale. La sua morte apre un vuoto profondo nella vita pubblica americana. Said è insostituibile”.
Edward W. Said, La pace possibile. Riflessioni, critiche e prospettive sui rapporti israelo-palestinesi, Milano, Il Saggiatore, 2023, pp. 352, € 24,00.